Esistono realtà sportive a Salerno in gradi di poter sfruttare a pieno il nascituro palasport compreso nella cittadella che sorgerà tra lo stadio e marina d’Arechi? No, non ne esistono. La migliore e più seguita realtà sportiva cittadina, la Jomi, squadra leader del massimo campionato femminile, ha già una struttura a sua dimensione, la Palumbo e al massimo potrebbe giocare lì, in un impianto da tre-quattromila posti in occasioni spot, finali scudetto, competizioni internazionali, ma non continuamente. Non c’è una squadra di basket dalle grandi potenzialità, non c’è una squadra di volley capace di attirare grandi attenzioni mediatiche e finanziarie; niente di niente. E’ un po’ il cane che si morde la coda. C’è chi dice che proprio l’assenza di un impianto all’altezza abbia, negli anni, distrutto gli sport di squadra, c’è chi afferma il contrario. Insomma è la vecchia storia: è nato prima l’uovo o la gallina? Intanto, sarebbe già tanto, avere un impianto sportivo degno di tal nome, peraltro, come da progetto inserito in un complesso di primissimo ordine, e sul punto neanche si discute, ma una volta realizzato sarà utilizzabile quotidianamente o non in occasioni spot? Intanto andranno attentamente valutati i costi di gestioni che non dovrebbero essere alla portata di tutte le associazioni che oggi fanno sport a Salerno e una volta stabiliti i parametri capire come muoversi. Per questa ragione gli spin doctor del progetto, Sergio Landi e Giovanni Salerno, hanno guardato e sondato con attenzione anche realtà sportive extra-confini cittadini. Pare, infatti, abbia voglia di migrare a Salerno il Basket Sarno, club caro all’imprenditore Nello Renzullo presidente del gruppo sanità di Confindustria Salerno e amministratore del Centro Riabilitazione Lars. Renzullo avrebbe già dato la propria disponibilità a realizzare un’importante realtà cestistica a Salerno. Basket ma non solo. La presenza nel progetto di un grande appassionato di volley come Giovanni Salerno, fornisce un ulteriore indizio, ovvero il possibile ritorno di Nicola Mastromartino che con il suo Motta Caffè già fu ai nastri di partenza del campionato di A2 maschile di pallavolo, esperienza fugace, caratterizzata proprio dalle difficoltà legate all’assenza di un impianto all’altezza. Ora tutto potrebbe essere diverso.
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