La tempesta è alle porte e potrebbe scatenarsi a breve. La Salernitana per il momento resta alla finestra, scruta l’aria e valuta il da farsi. All’orizzonte l’ipotesi di una battaglia legale a suon di carte bollate. Dietro l’angolo, la possibilità di rivolgersi alla giustizia ordinaria e in particolare al Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale. Più difficile, invece, la pista del Collegio di Garanzia del Coni, l’ultimo organo della giustizia sportiva. Ma andiamo con ordine.
La decisione della Corte di appello Federale che ieri l’altro ha restituito ben TRE dei 5 punti di penalizzazione al Lanciano è destinata a portarsi dietro parecchi strascichi. Com’era lecito attendersi, infatti, buona parte delle società che – di riflesso – vengono danneggiate dalla sentenza hanno mal digerito i tre punti restituiti al club rossonero. Soprattutto a due giornate dal termine della regoular season. Il primo a fare la voce grossa è stato il presidente del Livorno Spinelli che ha chiesto addirittura il blocco delle retrocessioni, paventando azioni legali. Altri club, direttamente o indirettamente interessati alla vicenda stanno monitorando con attenzione la situazione, valutando il da farsi. Tra questi ci sarebbe pure la Salernitana. Tutti, Spinelli in primis, aspettano di leggere le motivazioni che hanno spinto il secondo organo della giustizia sportiva a ribaltare quasi integralmente quanto sancito in primo grado, accogliendo quasi integralmente il ricorso del Lanciano presentato da quella vecchia volpe dell’avvocato, Edoardo Chiacchio. Soltanto dopo avere preso visione della sentenza, nel dettaglio, si tireranno le somme, si allerteranno i rispettivi legali per valutare se ci sono le condizioni per una sorta di contro appello. Da fare eventualmente singolarmente oppure insieme. In una sorta di class action, rivolgendosi direttamente al Tribunale Amministrativo Regionale di competenza, invece che alla giustizia sportiva. L’ipotesi di ricorrere al Collegio di Garanzia del Coni infatti, il vecchio Tnas per intenderci, è abbastanza remota. Anche perché il ricorrente deve essere soltanto una delle due parte in causa, in questo caso soltanto la procura. Difficile immaginare qualcosa del genere essendo parte di uno stesso insieme. Ma tant’è.
Ecco che si profila all’orizzonte l’ipotesi di rivolgersi alla giustizia ordinaria, violando di fatto la clausola compromissoria. Il tutto con tempi biblici e con il rischio che si apra l’ennesima estate bollente fatta di calcio nelle aule dei tribunali. L’augurio, naturalmente, è che la Salernitana non abbia bisogno di ricorrere a questa strada come estrema ratio perché capace di tirarsi fuori dalla bagarre retrocessione direttamente sul campo. Per il momento il club granata resta alla finestra, ha allertato il proprio legale di fiducia, l’avvocato Gian Michele Gentile ed aspetta di leggere la sentenza. Staremo a vedere.