Un gol all’Inghilterra ed uno al Castel di Sangro. Tutto in due giorni grazie ad un volo organizzato apposta per lui da Aniello Aliberti, che, consapevole di aver commesso molti errori che avevano portato la squadra sull’orlo della retrocessione, si rimboccò le maniche e non lesinò sforzi per salvare la categoria. Phil Masinga segnò due dei gol più importanti della sua carriera in poco meno di 48 ore nella primavera del ’97, regalando una gioia al suo Paese e poi ai tifosi granata. Dalla maglia dei Bafana Bafana, orgoglio di un popolo che si stava lasciando alle spalle l’apartheid, con cui andò in gol contro la grande Inghilterra a quella granata ed all’emozione di segnare il gol salvezza contro il piccolo Castel di Sangro. Il tuffo nel passato non è un accesso di nostalgia per i tempi andati, ma solo l’occasione per constatare come volere sia sempre potere. Il riferimento è alla vicenda Oikonomidis, giovane ed ancora immaturo e, quindi, non in grado di comprendere fino in fondo quanto sarebbe stato importante prendere parte ai playout salvezza, entrando in campo in un Arechi che, per la gara di ritorno, sarà presumibilmente una polveriera. Certo, sfidare con la maglia della propria nazionale la Grecia, terra d’origine della sua famiglia, sarà senza dubbio affascinante, ma si tratta di due amichevoli che non cambieranno la storia. La doppia sfida col Lanciano, invece, mette in palio la salvezza, traguardo per il quale anche il giovane Chris ha lottato e si è impegnato nei suoi cinque mesi in granata. Per questo è un peccato che abbia preso il volo verso l’Australia lasciando a metà un discorso che aveva cominciato. Masinga era un calciatore già formato ed affermato a quei tempi, quando attraversò i cieli di mezzo mondo per esserci all’Arechi nel giorno più importante e non deludere i suoi tifosi. Il sudafricano fu ripagato per la sua scelta dal destino che gli riservò due grandi gioie in poche ore. Due gol a modo loro storici, quelli che il giovane Oikonomidis, forse, non segnerà mai in tutta la sua carriera, ma la colpa non è sua perchè qualcuno avrebbe dovuto guidarlo, consigliarlo, magari sottoponendo alla sua attenzione il precedente legato a Masinga. Ma il bello, o il brutto, sta proprio qui: chi avrebbe potuto farlo?
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