MAZZETTE & INCHIESTE: RUGGI SENZA PACE

Non c’è pace per il Ruggi d’Aragona ormai autentico vaso di pandora di diffuse pratiche di malaffare. Neanche il tempo di digerire lo scandalo assenteisti, di focalizzare le attenzioni sulle mazzette nel reparto di Neurochirurgia ecco venir fuori anche lo scandalo ginecologia dove da indagini accurate, coordinate dalla procura della repubblica e svolte dai nas dei carabinieri, sarebbero emersi interventi «pilotati» da e verso strutture private in cambio di soldi. Mazzette del valore di poche centinaia di euro e pazienti avvicinate da personale in servizio nel reparto, tutti dipendenti dell’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Quattro donne con patologie gravi, e alle quali sarebbe stato «consigliato» un intervento salva-vita immediato, sarebbero già state individuate dai carabinieri del Nas, agli ordini del capitano Gianfranco Di Sario. Parallelamente a quest’inchiesta si fa luce anche sul secondo filone di inchiesta sull’assenteismo. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica c’è un elenco lunghissimo, composto da 766 lavoratori dell’ospedale di via San Leonardo, coinvolti nell’indagine sui furbetti del cartellino, partita nel 2014. Secondo il pm Francesco Rotondi, alcuni degli indagati che hanno aggirato le modalità di timbratura del cartellino marcatempo, non hanno commesso solo il reato di truffa ai danni dello Stato. A diverse decine di lavoratori è infatti contestata l’associazione a delinquere, in pratica l’organizzazione sistematica per trovarsi il cartellino timbrato senza essere presenti sul posto di lavoro. Ora gli inquirenti stanno verificando se chi lavorava nelle stesse divisioni, si fosse organizzato con i colleghi con i quali era a più stretto contatto. Nelle mani della Procura ci sarebbero i nominativi di docenti e medici che non hanno adempiuto al proprio dovere, contravvenendo agli obblighi di marcatura.

Autore dell'articolo: Marcello Festa