INCHIESTA DI ROMA: MAROTTA SI DICE SERENO

Si dice sereno e vittima di un equivoco l’onorevole Nino Marotta, deputato di Area Popolare, che per la procura di Roma farebbe parte di un’associazione per delinquere che puntava a influire sui processi decisionali della pubblica amministrazione in materia di aggiudicazione di appalti pubblici, a tal punto da chiederne l’arresto. Ma il gip non ha ritenuto fondata tale ipotesi e così l’avvocato, originario di Torchiara, 68 anni, in passato anche candidato a Sindaco a Salerno, ha evitato il carcere. In sede di richiesta di emissione della misura cautelare, il gip Maria Giuseppina Guglielmi non ha infatti ritenuto sussistente l’associazione per delinquere, ha riqualificato il reato di corruzione in traffico di influenza illecita, mentre delle tre ipotesi di finanziamento illecito ne ha ritenuta sussistente una sola. Infine il reato di riciclaggio è stato riqualificato dal gip in ricettazione. Secondo l’ipotesi di lavoro della procura, Marotta avrebbe diretto, con altri, tra cui “l’uomo d’affari Raffaele Pizza, il sodalizio e ricevuto ingenti somme di denaro contante presso l’ufficio della società di servizi Piao, riconducibile allo stesso Pizza, nonché dai ‘clienti’ del sodalizio anche al fine di destinarlo a pubblici funzionari a fini corruttivi, fornendo ausilio e consigli agli appartenenti al gruppo criminoso al fine di eludere le indagini giudiziarie, fornendo agli appartenenti al sodalizio la propria ‘rete di conoscenze’ allo scopo di realizzare il programma associativo essendo parlamentare della Repubblica. In una conversazione intercettata il 3 marzo del 2015 nell’ufficio di Pizza, Marotta diceva di essere scontento di fare il deputato e di voler tornare al Csm trattandosi, a suo dire, di un luogo in cui si esercita il vero potere.

Autore dell'articolo: Marcello Festa