Le coste campane continuano a subire la minaccia della mancata depurazione: su trentuno punti monitorati da Goletta Verde, ben venti presentavano cariche batteriche elevate, anche più del doppio dei limiti imposti dalla normativa. Nel mirino ci sono sempre canali, foci di fiumi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Una situazione ben nota che in alcuni casi raggiunge record assoluti: alcuni dei punti monitorati da Legambiente risultano ormai inquinati per il settimo anno consecutivo, tra questi la foce del fiume Irno e del fiume Sarno. Una situazione non più tollerabile che rischia di compromettere una delle maggiori risorse di questa regione. Per questo Legambiente chiede che la carenza depurativa e la gestione del servizio idrico in generale diventi davvero una delle priorità nell’agenda politica della Giunta Regionale e del nascente Ente Idrico Campano.
L’istantanea regionale sulle acque costiere è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa al Circolo Canottieri Irno di Salerno da Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde, Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania e Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico di Legambiente Campania alla presenza di Lucio De Maio, dirigente dell’Unità Operativa Mare dell’Arpac e Rosario Buonomo, vice presidente Circolo Canottieri Irno.
Legambiente ha presentato anche un reportage fotografico sulla situazione delle coste campane realizzato da Anna Paola Montuoro (le foto sono disponibili per i giornalisti a questo link – con cortesia di citare l’autrice e il copyright – bit.ly/ReportageCampaniaGV2016).
Il monitoraggio di Goletta Verde prende in considerazione il campionamento di punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. Quello di Goletta Verde è un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.
“Nel corso del nostro viaggio monitoriamo i punti critici individuati lungo le coste, dove spesso è alta la presenza di bagnanti. Di conseguenza, la carica batterica che arriva in mare rappresenta non solo un problema ambientale ma anche un rischio per la salute umana – spiega Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde -. Infatti, dei 20 punti risultati inquinati e fortemente inquinati, ben 15 sono luoghi dove è stata rilevata la presenza di bagnanti o la stessa è potenzialmente media o alta. Infine, è stato allarmante constatare che lungo i tratti di campionamento sono quasi inesistenti i cartelli di divieto di balneazione, nonostante alcuni luoghi siano oggetto di ordinanze di divieto e scarseggiano anche i pannelli informativi sulla qualità delle acque, previsti dalla legge e a carico dei Comuni da due anni”.
I dati Arpac relativi ai controlli analitici svolti nel 2015 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, sebbene non realizzati su tutti gli impianti e in numero adeguato, evidenziano appieno quanto sia critica la situazione. Su base regionale ben il 34% dei controlli è risultato “non conforme”, con punte di non conformità del 59% per gli impianti della provincia di Benevento e a seguire 50% provincia di Avellino, 38% provincia di Caserta, 34% provincia di Salerno e, situazione relativamente meno critica, 20% provincia di Napoli.