I conti, stavolta, sono stati fatti in casa e, successivamente, messi in piazza. E’ stato Beppe Sannino, subito dopo la partita col Pisa, a dare il quadro preciso della situazione della rosa granata. Come un esperto fotografo, l’ex del Varese ha scattato un’istantanea fredda ed impietosa dello stato attuale dell’organico che ha a disposizione. Sono 22 i calciatori, al netto dei giovani della Primavera di volta in volta arruolati, che compongono la rosa, ma Sannino ha già provveduto a sgomberare il campo dagli equivoci: dei 17 che hanno lo status di over, infatti, sono 13 quelli che rientrano a pieno titolo nei suoi piani. E, forse, il tecnico di Ottaviano è stato anche di manica larga. Rossi, Franco e Troianiello sono già stati accantonati: in pratica, è come se i tre non fossero più parte integrante del gruppo e, dunque, a prescindere dal fatto che potranno o meno cambiare maglia entro la fine del mercato, per Sannino non dovranno essere inseriti in lista. Tant’è vero che il tecnico granata, proprio a scanso di equivoci, ha preferito non coinvolgerli nelle esercitazioni tattiche e non convocarli neanche per la gara col Pisa, pur sapendo di non avere grande abbondanza. Il messaggio, in relazione a questi tre calciatori, è stato lanciato in modo forte e chiaro da Sannino. Ed ancora. Grillo non ha certamente i requisiti tecnici per poter far parte della rosa di una squadra cadetta, mentre i portieri Rosti e Liverani andranno comunque fuori lista. Da 17, dunque, il numero degli over “veri” scende ad 11. A questi va aggiunto Tuia, che è fuori lista perchè giocatore bandiera. Fuori dal computo anche i quattro under: Iliadis, Odjer, Mantovani e Cenaj. Visto che la lista degli over che ogni società dovrà presentare alla Lega di B prevede un tetto di 18, si evince facilmente come la Salernitana abbia una grande opportunità: il club granata, infatti, ha grandi margini di manovra e potrà assicurarsi sul mercato ancora diversi over, oltre ai giovani che la società ha assicurato essere in arrivo. Peccato che, però, si sia a nove giorni dall’inizio del campionato, circostanza che non deve essere affatto sottovalutata. Da domani, alla ripresa degli allenamenti, Sannino comincerà a preparare la gara d’esordio con lo Spezia e, magari, nel corso dell’avvicinamento a questo match, accoglierà dei volti nuovi che dovranno essere inseriti gradualmente. Condizione fisica ed assimilazione degli schemi: il tecnico granata dovrà portare tanta pazienza per poter formare un gruppo omogeneo e pronto ad affrontare un campionato che, sulla carta, appare molto più difficile di quello passato. Un mese fa, quando la Salernitana presentò Sannino, dalla società arrivarono accorate rassicurazioni circa il fatto che gli errori del passato recentissimo non sarebbero stati ripetuti. Come da tempo siamo costretti ad osservare, invece, la storia si ripete. La Salernitana è largamente incompleta quando all’inizio del campionato manca poco più di una settimana. La circostanza che il club granata stia trattando diversi svincolati o calciatori reduci da un anno di quasi totale inattività non può non preoccupare, perchè, senza nulla togliere al valore dei potenziali nuovi acquisti, la stagione è alle porte e dover aspettare che non uno, ma più calciatori debbano trovare la forma migliore mentre il campionato va avanti non è proprio l’ideale. Si poteva agire con un po’ di anticipo, sia perchè è troppo fresco il ricordo delle sofferenze della passata stagione sia perchè il calore con cui la tifoseria aveva accompagnato la rincorsa salvezza della squadra di Menichini meritava un premio. Fare meglio e prima dello scorso anno era un dovere morale e, di certo, nessuno a Salerno avrebbe preteso undici Rosina. Sarebbe bastato scegliere calciatori giovani, motivati, di prospettiva cui affiancare qualche elemento di esperienza per poi riservarsi sul finire del mercato il colpo ad effetto. Ora Sannino si ritrova con una rosa esigua e sa bene che dal mercato arriveranno giocatori tutt’altro che pronti fisicamente. Soliti attori, solito copione. Un anno dopo, poco o nulla è cambiato. Le squadre si costruiscono con criterio e, soprattutto, per tempo. Se ci si riduce alle battute finali del mercato, poi non si può pretendere che l’allenatore faccia i miracoli o che basti riempire l’Arechi per vincere le partite.
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