Ingaggiato l’attaccante portoghese Joao Silva, svincolato, l’anno passato poche presenze ed un gol ad Avellino fa da preludio all’arrivo di Improta e a quello, imminente di Rosina. Ma paradossalmente l’ingaggio di Rosina determinerà ancora più confusione tattica, intanto perchè, dal giorno in cui sarà finalmente a disposizione, il trequartista calabrese avrà bisogno di almeno tre settimane di lavoro per mettersi in riga e poi perchè, da un punto di vista squisitamente tattico, il suo impiego dovrà necessariamente determinare un cambio di modulo: il passaggio dal “4-4-2” – testato con abitudine fino ad oggi – al “4-3-1-2”, sistema che la Salernitana fin qui non ha mai sperimentato in concreto in partite vere. E allora, se davvero si vorrà mettere “Rosinaldo” nelle condizioni ideali per sprigionare il suo talento, sarà necessario intervenire in maniera seria e robusta sulla mediana laddove si annidano, fin dalla passata stagione, le maggiori incognite, dove sono più evidenti i limiti di un organico che al momento può contare su appena tre mediani: il minimo sindacale. Insomma quando manca poco più di una settimana all’inizio del campionato la Salernitana ancora non sa come giocare, soprattutto non lo sa Sannino. E’ l’equivoco di sempre, dal quale la Salernitana non riesce a venir fuori o per scarsa propensione da parte della proprietà ad investire o per scarsa lungimiranza del management, costretto sempre a rincorrere gli obiettivi, spesso più di nome che di sostanza, non riuscendo mai a programmare per tempo un’oculata operazione di scouting; si vive alla giornata sperando nel buon affare. Come detto, il problema ora è tutto di Sannino che avrà l’ingrato compito di “adattarsi”, “arrangiarsi” pur essendo partito per tempo e con buoni propositi. Il tecnico di Ottaviano era stato scelto soprattutto perchè profondo conoscitore del “4-4-2”, il modulo che l’anno passato aveva esaltato le capacità del tandem Coda-Donnarumma e che aveva anche permesso di guadagnare la salvezza. Bisognava ripartire da quell’idea, rinforzare la mediana – già forte di Moro e Odjer – con altri due giocatori di qualità e spessore, garantirsi corsa e tempra sulle corsie esterne dove c’erano da rifare le coppie di esterni bassi ed alti e poi garantire qualche soluzione in più…. Poi, come per incanto, è spuntato il nome di Rosina, buono per far grancassa, per smuovere le acque, garantirsi un po’ di entusiasmo e qualche abbonamento in più. Ed allora si pensa, in virtù dell’ingaggio di Rosina, di cambiare spartito, di ripiegare, per “causa di forza maggiore”, sul trequartista a sostegno della coppia di bomber. Ma anche in questo caso il piatto langue perchè gli interni di centrocampo necessari per sostenere il talento dell’ex Toro ancora non sono arrivati, quelli buoni si sono già accasati e gli svincolati, nella migliore delle ipotesi, saranno pronti tra un mese dopo aver lavorato sodo per recuperare il terreno perso a luglio. Morale: quando mancano appena otto giorni alla prima a La Spezia, la Salernitana è ancora un cantiere aperto, una squadra con un’identità tattica da modellare a seconda dei giocatori che pian piano arriveranno.
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1 commento su “L’INGAGGIO DI JOAO SILVA NON RISOLVE I DUBBI DI SANNINO”
valerio
(Agosto 18, 2016 - 10:14 am)concordo in pieno…ma per favore ste cose ditele ai patron quando vengono intervistati di persona…
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