La situazione finanziaria delle Fonderie Pisano e l’impossibilità di acquisire nuove commesse, non avendo certezza di una futura ripresa produttiva, non permettono più all’azienda di continuare a riconoscere lo stipendio mensile ai propri addetti in assenza di produzione . Così ieri in una nota il consiglio d’amministrazione dell’azienda di Fratte che ha ufficialmente annunciato la messa in mobilità di tutti i dipendenti. Stamani a poche ore dalla notizia i lavoratori si sono riuniti in assemblea, ma il confronto è durato poco perchè hanno subito avviato la protesta. Lavoratori in strada in via dei Greci, altri sono saliti sul tetto del capannone della fabbrica, altri ancora sulla ciminiera mentre la moglie di un dipendente si è incatenata nei pressi dello stabilimento. Lacrime e rabbia, volti spenti, esasperazione…questo il clima che si viveva stamani dinanzi alle fonderie dove è stata bloccata anche la circolazione stradale rendendo necessario l’arrivo sul posto delle forze dell’ordine così come dei vigili del fuoco pronti ad allestire il gonfiabile nel piazzale dell’azienda. Dure le parole espresse nei confronti delle istituzioni e della magistratura, le lungaggini delle decisioni avrebbero accorciato il percorso produttivo e di delocalizzazione dell’azienda.
Le Fonderie Pisano Spa hanno comunicato, l’avvio della procedura di mobilità per i circa 120 lavoratori nella giornata di ieri mentre i lavoratori attendevano novità dalla Procura di Salerno o da Roma, col fiato sospeso sempre in bilico tra la prospettiva della delocalizzazione e quella del licenziamento. E invece come una doccia fredda la notizia della mobilità di tutti gli addetti è diventata ufficiale.
La decisione del Consiglio di Amministrazione delle “Fonderie Pisano & C. SpA si legge in una nota è esclusivamente motivata dalla disdetta (delle più importanti commesse ricadenti nel portafoglio clienti e dal permanere dello stato di fermo dell’impianto di produzione senza alcuna ipotesi temporale di eventuale/condizionata riapertura.
Si aprono dunque ora le trattative con i sindacati, che dureranno circa 45 giorni come da prassi, prima che il provvedimento prenda effetto.