Come l’anno scorso, ancora una volta la difesa granata conosce l’emergenza. Dopo Perico e Franco, passa per l’infermeria anche Bernardini, vittima di un pestone doloroso contro il Trapani. Per lui si attende l’esito degli accertamenti clinici, ma la sua presenza per la gara di Ferrara è a forte rischio. In retroguardia Sannino si ritrova con gli uomini contati e si consola con i costanti progressi fisici di Schiavi che sta ritrovando la sicurezza dei giorni migliori. Accanto all’ex di Spezia e Catania giocheranno Tuia e Mantovani nella linea a tre con cui la Salernitana si presenterà a Ferrara. Unica alternativa il giovane brasiliano Marchi. Reduce da due gare senza reti al passivo, la difesa della Salernitana cercherà di allungare la serie positiva al cospetto degli estensi che in casa hanno sempre trovato la via del gol in questo avvio di stagione (6 in 3 partite), anche se hanno vinto solo una volta. A Ferrara sarà interessante capire come Sannino vorrà schierare la Salernitana, visto che il tecnico, dopo la vittoria sul Trapani, ha fatto capire che il 3-4-1-2 gli è piaciuto ma, al tempo stesso, non è la soluzione buona per tutte le occasioni. Bisogna prepararsi a vedere una squadra camaleontica, capace di cambiare pelle e modulo a seconda delle partite, ma più consapevole dei suoi punti di forza, più sicura di come muoversi in campo. Rosina alle spalle delle due punte era l’idea che ha guidato la campagna acquisti della società, non quella che albergava nella testa di Sannino che, infatti, ha battuto altre strade prima di sdoganarla. Giusto che un allenatore lavori in autonomia, senza farsi condizionare dall’esterno, opportuno che, una volta tirate le somme, arrivi anche a modificare in parte le sue teorie in nome del bene comune che è il risultato ed una posizione gratificante in classifica. Toccherà a Sannino decidere se la Salernitana a Ferrara potrà giocare con un modulo più offensivo o se dovrà rinforzare la mediana e rinunciare a qualcosa là davanti. L’importante è che ci sia equilibrio in campo e chiarezza di idee. I numeri e le formule, poi, passano in secondo piano.
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