Che la Salernitana avesse una rosa composta da calciatori di qualità superiore a quelli della passata stagione nessuno ha mai nutrito dubbi. Così come non ve n’erano sul fatto che la stessa fosse incompleta o quanto meno non offrisse a Sannino la possibilità di plasmarla secondo il suo credo calcistico. Il tecnico di Ottaviano s’è arrangiato, ha sperimentato, rischiando pure sulla sua pelle ed alla fine – volendo sbilanciarsi e sapendo che la possibilità di essere smentiti dagli eventi è sempre dietro l’angolo – ha trovato una formula tattica, basata su una ricetta molto semplice: Sannino ha studiato le caratteristiche dei calciatori a disposizione ed ha capito che bisognava andare oltre le etichette, ribaltando in pratica il mercato estivo. Come? Semplicemente cambiando ruolo ad alcune pedine che si stanno rivelando assai preziose nel suo 3-5-2 che sa di elastico e che prevede scivolamenti ed accentramenti in grado di trasformarlo in corso d’opera in un 4-4-2 più vicino alla sua visione del gioco. Non è questione di numeri, ma di caratteristiche dei singoli e su questo va riconosciuto all’allenatore granata il merito di avere avuto pazienza e coraggio e la curiosità di sperimentare nuove vie. Perico, Improta e Della Rocca sono il simbolo di quanto il mercato estivo e le recenti scelte di formazione di Sannino abbiano avuto un punto di partenza molto lontano da quello di approdo. Basti pensare che in avvio di mercato era stato ingaggiato Laverone per turare la falla nel ruolo di terzino destro, ma che ben presto Sannino ha chiesto un altro calciatore per occupare quella zona di campo, avendo l’ex del Vicenza altre attitudini. Ed è così arrivato Perico, uno che ha vissuto tutta la sua carriera da terzino ma che non aveva la gamba giusta per interpretare il ruolo nella doppia fase – copertura e spinta – e che, infatti, s’è ben presto fermato ai box per un guaio muscolare. Rientrato nei ranghi, l’ex Cesena è stato riproposto da terzo centrale come già era accaduto proprio nella gara del Manuzzi quando Improta venne utilizzato da esterno destro a tutta fascia. Insomma, dopo essere partita con l’idea che Laverone avrebbe fatto dimenticare Colombo e Ceccarelli, la Salernitana s’è corretta in corso di mercato, ma ha trovato la soluzione in maniera quasi inconsapevole perchè Improta era stato ingaggiato per giocare da esterno offensivo o, addirittura, da seconda punta ed ora si è scoperto vero e proprio pendolino. Ha dalla sua l’età e le qualità tecniche, ma, forse, deve abituarsi dal punto di vista della fatica ad un ruolo che richiede un enorme spesa sul piano fisico. Il passo ulteriore, forse, potrebbe essere il ritorno alle origini di Perico, più terzino e meno stopper, che consentirebbe ad Improta di avanzare di una ventina di metri la sua posizione e, visto che l’ex Chievo ha dribbling e fiuto del gol, potrebbe rivelarsi un uomo ancor più determinante per le sorti della manovra offensiva. L’altro emblema di un mercato che è stato smentito o, quanto meno, corretto alla prova del campo è Della Rocca. Mezz’ala sinistra in partenza, ma ben presto diventato il metronomo del centrocampo. Lì in mezzo, supportato da due interni in grado di coprire una buona porzione di campo allargandosi anche sugli esterni, l’ex Perugia pare trovarsi davvero a suo agio perchè può imporre le sue qualità tecniche ed una personalità con cui gestisce la palla che Odjer, in origine il regista scelto da Sannino, ancora non ha. Il ghanese dovrebbe rimpiazzare Busellato, squalificato e reduce da una ottima prova a Brescia, contro l’Entella e molto probabilmente lascerà a Della Rocca la direzione del traffico in cabina di regia, laddove trova poco spazio Ronaldo. Siamo, però, all’alba di un trittico di gare: in sette giorni la Salernitana incontrerà Entella, Ascoli e Pisa e ci sarà spazio per tutti. Di certo, Sannino ha pescato in casa dei rinforzi insospettati, trovando a tre calciatori una nuova collocazione in campo da cui hanno tratto benefici i singoli e la squadra, senza contare che il lancio di Marchi nella difesa a tre s’è rivelata a sua volta un’intuizione felice. Chissà che il tecnico di Ottaviano non abbia in serbo qualche altro esperimento, ma ora più che mai conterà avere continuità di prestazioni e risultati. Tre gare per la svolta: ora la Salernitana ha bisogno di certezze.
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