Che le Fonderie inquinino e per questa ragione si rende necessaria, anzi obbligatoria, la delocalizzazione, è un fatto ormai inoppugnabile. In verità lo è da tempo e colpevolmente, da parte di tanti, politici e proprietà, si è tirato avanti senza precostituire un piano B. Premesso ciò, sta assumendo i contorni di una vicenda quasi personale lo scontro, ora troppo acceso, tra il comitato che da qualche anno si batte per la chiusura delle Fonderie, il movimento guidato da Lorenzo Forte, e il resto del mondo. C’è quasi pervicacia nella battaglia mediatica portata avanti da Forte e questa circostanza rischia di sminuire l’importanza dell’azione. Sarebbe il caso, allora, che dopo aver giustamente, legittimamente, sollevato il problema ed aver anche visto riconosciuta la fondatezza della battaglia portata avanti con fierezza e determinazione, il comitato e in particolare Lorenzo Forte facciano un passo indietro lasciando alla magistratura e agli organi competenti il compito di verificare e decidere il futuro immediato dello stabilimento e delle 120 famiglie ad esso collegate. Terminata la fase dei movimenti di piazza, delle proteste più o meno spettacolari, ora si impone sobrietà; non si può più utilizzare la vicenda per una ribalta personale. La si svilirebbe. E non può essere così perchè in ballo c’è il destino, la sorte, di centinaia di persone: di quelle che sperano che l’attività possa proseguire per continuare a portare a casa uno stipendio e vivere in maniera dignitosa e di quelle che sperano che l’impianto possa chiudere per preservare la salute pubblica. Intenti entrambi nobili e da tutelare, ma perchè ciò avvenga è necessario ora che la vicenda venga trattata senza enfasi e con maggiore sobrietà, a maggior ragione perchè lo spettacolo mediatico rischia di compromettere, se non lo ha già fatto in maniera definitiva, anche le future mosse della famiglia Pisano chiamata ad una precisa assunzione di responsabilità. Campagna docet. Come pensare, infatti, che dopo tutto quanto è stato detto e urlato la comunità della Piana del Sele potesse stendere tappeti all’arrivo di un insediamento industriale così chiacchierato e messo al bando? Normale che si siano subito alzate le barricate senza neanche dare uno sguardo, valutare la portata dell’investimento, la bontà del progetto. Si è detto no a prescindere e sarà così per qualsiasi lembo di terra su cui si proverà a fare un ragionamento. Si è fatto della Pisano un Moloch e non è propriamente così.
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4 commenti su “MA LE PISANO NON SONO UN MOLOCH – ”
Salvatore Milione
(Ottobre 19, 2016 - 5:35 pm)Buonasera , avrei preferito che avesse fatto questo servizio contro i veri responsabili : la proprietà Pisano e i sindaci che si sono susseguiti dagli anni 90 ad oggi: De Luca, De Biase e Napoli.
La proprietà ha collezionato fino ad ora :
– un patteggiamento per vari reati ambientali nel 2007
– un patteggiamento per vari reati ambientali e per violazione della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro
– n.4 sequestri nel 2004,2006,2011,2016
– n.5 indagati per vari reati ambientali, danneggiamento di beni pubblici e violazione della normativa sulla prevenzione incendi e sulla normativa della sicurezza sui luoghi di lavoro
Inoltre come emerge dal provvedimento le fonderie Pisano non hanno mai avuto valida autorizzazione all’emissione in atmosfera dal 1989 al 2012 e l’Autorizzazione Integrata Ambientale del 2012 e’ stata dichiarata illegittima, illecita ed inefficace e come tale il provvedimento amministrativo è’ stato disapplicato secondo legge. Quindi di cosa stiamo parlando ??
I sindaci invece , pur sapendo che le fonderie inquinavano e non aveva autorizzazione valide, non hanno applicato il disposto dell’art. 217 del regio decreto 1265/34 che recita :
“Quando vapori, gas o altre esalazioni, scoli di acque, rifiuti solidi o liquidi provenienti da manifatture o fabbriche, possono riuscire di pericolo o di danno per la salute pubblica, il podestà prescrive le norme da applicare per prevenire o impedire il danno o il pericolo e si assicura della loro esecuzione ed efficienza.
Nel caso di inadempimento il podestà può provvedere di ufficio nei modi e termini stabiliti nel testo unico della legge comunale e provinciale.”
Quindi per i fatti sopra esposti la colpa non è’ dei comitati , ma dei politici e della proprietà e quindi se le comunità della provincia di Salerno non vogliono le fonderie PISANO è’ perché sono informate dei fatti sopra esposti
In virtu’ di quanto detto mi aspetto un suo editoriale in tal senso
Antonio Di Giacomo
(Ottobre 18, 2016 - 6:51 pm)Il comitato salute&vita si è sempre espresso a favore della delocalizzazione della fonderia Pisano. Il comitato, proprio per favorire la delocalizzazione, ha creato incontri in sedi importanti, fino a giungere a Roma alla commissione ambiente del Parlamento. Se si è giunti ai fatti odierni non è di certo per passi azzardati di Forte (portavoce di un gruppo che decide in armonia), ma si è questo punto solo perché la proprietà non è riuscita a fare nulla di concreto. Se oggi nessuno vuole le fonderie sui propri territori, non è per il tipo di lavorazione ma per la non fiducia nella proprietà. Comitati e cittadini difendono la vita, la propria e quella dei propri cari. Chi scrive, così come tutti, non ci guadagna nulla a portare avanti questa battaglia, ma anzi sacrifica tempo al lavoro e alla famiglia. L’azione portata avanti di certo non influenza le indagini della magistratura. I magistrati stanno lavorando sulla documentazione. Spero quanto prima si giunga alla fine di questo tormento che dura da mezzo secolo e chi ha sbagluato pagherà. Fino a ora ha pagato chi si è ammalato, chi è morto e adesso stanno pagando i dipendenti che non hanno nessuna colpa. I Pisano, soprattutto negli ultimi 10 anni, hanno avuto tutto il tempo per potere andare via. Lo avrebbero fatto in silenzio, senza tutto questo fragore e nessuno li avrebbe rifiutati.
Troppo banale prendersela con Lorenzo Forte…
ERNESTO LANGELLA
(Ottobre 18, 2016 - 5:10 pm)Leggo con dolore le parole scritte dal giornalista di Tv Oggi, sicuramente non ha seguito la vicenda fin dall’inizio e per questo sono indignato per l’attacco personale fatto gratuitamente a lorenzo Forte che del comitato Salute e Vita è solo il portavoce. Tutte le decisioni, tutti i comunicati sono sempre condivisi all’interno del gruppo che da anni si sta battendo per denunciare e far risolvere quello che le istituzioni a tutti i livelli e proprietà non hanno fatto: delocalizzare le Fonderie Pisano. Ricordo a chi è distratto che il Comitato Salute e Vita da sempre chiede la delocalizzazione della fonderia e non la chiusura. In questi giorni il Comitato ha fatto proposte assolutamente realizzabili e sensate per evitare la perdita di commesse ma a stabilimento chiuso, salvando anche i posti di lavoro; ma qualcuno (proprietà ed istituzioni) dovrebbe rinunciare a qualcosa…invececon queste affermazioni giornalistiche, si preferisce mettere operai contro cittadini …..Bravi !!! PS. Vivo e lavoro dal 1985 a ridosso della fonderia, anche io ho come Lorenzo ho avuto lutti in famiglia per malattie legate all’inquinamento, non ho mai sostenuto insieme a tutti i cittadini del comitato che sui casi di patologie tumorali c’è la firma delle Fonderie, ma è stato accertato dalla magistratura ormai da piu’ di 10 anni, che da quegli impianti sono usciti fumi cancerogeni; per questo da tempo chiediamo un serio e puntuale studio epidemiologico. Ernesto Langella Salerno
Angelo L
(Ottobre 18, 2016 - 11:56 am)Quindi? La soluzione quale sarebbe? Riaprire il mostro di Fratte e continuare ad avvelenare tutti noi residenti oltre a quelli di Salerno città dove spesso arrivano i fumi (vedi parco Pinocchio) ma che non vengono associati alle fonderie perchè si è lontani?
Va bene tutto e va fatto tutto per i lavoratori. L’importante è che non si riapra mai piu quello schifoso e fatiscente mostro che ci ammazza.
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