Il colpo del mercato estivo granata rischia di diventare un rebus senza soluzione. Già a luglio, quando in pompa magna Claudio Lotito annunciava l’imminente ingaggio di Alessandro Rosina, c’erano perplessità sulla compatibilità tra un calciatore di talento ma non abituato a giocare da trequartista e due attaccanti come Coda e Donnarumma, in grado di esaltarsi se riforniti con continuità dalle fasce laterali. Quando in testa al patron frullava l’idea di affidare a Simone Inzaghi la panca granata, pare che il giovane tecnico piacentino avesse espresso remore circa il fatto che, avendo quei tre a disposizione, sarebbe stato costretto a rinunciare al suo 4-3-3 per adottare il 4-3-1-2. Neanche Sannino, pur essendo stato messo a parte con ampio anticipo dal ds Fabiani circa i possibili scenari di mercato, ha mai preso in seria considerazione questa ipotesi di gioco. La storia racconta che durante il ritiro estivo il trainer di Ottaviano ha provato insistentemente il 4-4-2 alternandolo col 3-5-2 e solo di sfuggita ha abbozzato il 4-3-1-2. In attesa di Rosina, promesso sposo granata, Sannino pensava a tutt’altro spartito tattico, scegliendo, poi, complici le ristrettezze di organico della fase iniziale del campionato, il primo compromesso tattico di una lunga serie con quel 3-5-2 in cui Rosina doveva agire addirittura da mezz’ala. La Salernitana è tutta qui: un continuo ricercare la soluzione giusta, quella in grado di non alterare gli equilibri, di non sconfessare in maniera troppo sfacciate le scelte di mercato, alcune delle quali a dir poco rivedibili. Una squadra che non abbonda di centrocampisti e che fatica a mettere insieme due esterni offensivi di ruolo, che non ha terzini adatti alla difesa a quattro e non è stata rinforzata con un centrale in grado di elevare il rendimento di tutti gli altri, ma che ha due attaccanti di assoluto livello e qualche interessante individualità: questa è la fotografia della Salernitana che Sannino ha tra le mani e che avrebbe potuto avere qualche punto in più, se fossero state gestite meglio certe situazioni e se si fosse deciso di decidere in merito all’impiego di Rosina. Il tecnico le ha tentate tutte, ma l’ex Catania non ha dato quello che da lui ci si aspettava, pagando il continuo cambio di posizione in campo e la mancanza di preparazione estiva. Il guaio è che, in attesa che Rosina sbocci, la Salernitana sta vedendo sfiorire Donnarumma, bomber sempre più triste ed incupito, messo in discussione e mortificato dal precariato cui lo ha relegato Sannino. Eppure, uno come lui, specie in tandem con Coda, avrebbe dovuto spaccare le difese avversarie se solo fosse stato messo nelle condizioni ideali per farlo. La Salernitana aveva un tesoro in casa, ma ha scelto di percorrere altre vie ed ora è in preda ad una crisi di identità e di nervi che, si spera, venga tamponata con un risultato positivo a Cittadella. Con quale modulo e con quale formazione la squadra granata scenderà in campo è la domanda a cui Sannino dovrà dare una risposta in questi giorni. La difesa a tre sembra il punto di partenza, specie perchè difficilmente Rosina, Coda e Donnarumma saranno riproposti contemporaneamente in campo. A centrocampo Busellato e Della Rocca sono certi di una maglia, Improta e Vitale giocheranno sulle corsie laterali. Coda sarà il riferimento offensivo accanto a cui giocherà probabilmente uno tra Rosina e Donnarumma. C’è tempo per pensare e studiare, ma, soprattutto, per decidere e scegliere come si voglia affrontare questo scorcio di girone di andata in cui sarà fondamentale mettere fieno in cascina per evitare che l’inverno sia troppo duro. La storia recente avrebbe dovuto insegnare e, si spera, qualcuno abbia buona memoria.
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