La gara in programma questo pomeriggio a Cittadella ha un valore speciale per la Salernitana. Reduce da cinque risultati utili di fila, ma anche da quattro pareggi consecutivi che non hanno consentito di compiere il salto di qualità, la squadra di Sannino deve svoltare al cospetto dei granata del Veneto, che hanno 22 punti ed una invidiabile serenità come alleata principale. I granata di Salerno, invece, sanno bene di avere puntati addosso gli occhi di un ambiente che sperava in risultati migliori e, soprattutto, quelli della proprietà che non ha gradito il pareggio col Pisa e le scelte dell’allenatore. Sannino e la squadra sono consapevoli del fatto che i 13 punti raccolti non sono in linea con le aspettative generali. Qualche punto manca all’appello e non solo per mera sfortuna. Se la fortuna bisogna pure meritarsela, a volte, in questo primo scorcio di stagione, la Salernitana ha avuto il torto di osare poco, di restare a metà del guado, sospesa tra la voglia di rischiare e la paura di perdere. Muovere la classifica è importante e la striscia di cinque gare senza sconfitte non va disprezzata, ma bisogna anche prendere coscienza del fatto che, procedendo alla media di un punto a partita, non si andrebbe troppo lontano, anzi ci si ritroverebbe impantanati nei bassifondi. Tutti devono dare di più, tutti sono sotto esame. Che piaccia o no, ciò vale innanzitutto per il direttore sportivo, Fabiani, ed il tecnico, Sannino. Il primo ha scelto il secondo che ora deve rinsaldare la sua panchina, scossa da alcune sottolineature di Lotito, archiviate come battute ma, sotto sotto, autentiche bordate. Prestazioni e risultati sono l’unico antidoto alla crisi e, dunque, al possibile ribaltone che non sarebbe una novità per una società che solo in serie D non ha cambiato guida tecnica e che ha proceduto ad un avvicendamento alla vigilia del campionato nella stagione del ritorno in B, quando si passò da Somma a Menichini, il nome che ricorre ancora oggi nei ragionamenti di Lotito. Il tecnico toscano era all’Olimpico in occasione di Lazio- Sassuolo di domenica scorsa ed ha scambiato quattro chiacchiere con il patron. Il calcio va così e Sannino lo sa bene. Il trainer di Ottaviano deve scegliere e non consegnarsi ad un comodo, ma infruttuoso, menage fatto di compromessi circa modulo ed uomini da mandare in campo per nascondere pecche ed errori non imputabili a lui. La Salernitana deve tirar fuori anima, carattere, personalità: come fatto contro il Benevento nella partita che poteva segnare un punto di non ritorno e che, invece, ha dato il là ad una serie positiva in cui i granata hanno raccolto meno di quanto sperato e meritato anche per via di qualche scelta non felice e di una mancanza, in certi momenti, di coraggio e sfrontatezza che in B sono indispensabili quanto la corsa e la voglia di lottare. Il tempo per invertire la rotta c’è ed oggi, a Cittadella, sarà un esame importante, ma anche l’occasione per capire se questo gruppo ed il suo allenatore siano pronti a compiere il salto di qualità. Novanta minuti per la verità. A Cittadella non saranno ammessi errori e bluff.
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