Tre gare senza segnare. Per la Salernitana la diagnosi è presto fatta: dopo la pareggite, i granata sono affetti anche da mal di gol. La speranza è che sia un malanno passeggero, che venga superato in occasione della gara con la Ternana. Eppure, una squadra che ha in organico Coda, Rosina e Donnarumma, ovvero tre calciatori che sono andati in doppia cifra nella passata stagione, non dovrebbe faticare troppo a trovare la via del gol. Il problema, però, è che la Salernitana stenta a sviluppare gioco, arrivando poche volte al tiro. Possesso palla e cross dal fondo, ovvero le due voci statistiche a cui orgogliosamente e tenacemente si aggrappa Sannino per rivendicare la bontà del lavoro suo e della squadra, non bastano. Bisogna buttarla dentro, in qualunque modo lecito. E’ lo scopo del gioco, quello per il quale si corre e si lotta e la Salernitana, al momento, sembra quasi averlo perso di vista. Dodici gol in tredici partite sono un magro bottino per una squadra che aveva nella sua coppia di attaccanti un vero e proprio fiore all’occhiello a cui l’innesto di un elemento di qualità come Rosina avrebbe dovuto aggiungere ma, al momento, pare aver tolto qualcosa. L’ex Bari stenta a trovare una collocazione precisa e in questo risiedono le responsabilità della società, che lo ha ingaggiato senza aver neanche più di tanto ascoltato il parere dell’allenatore, e dello stesso tecnico che è chiamato a scegliere ed invece procede a tentoni: una volta mezz’ala, poi trequartista, fino a giocare da esterno o da seconda punta, Rosina non ha dato quel che ci si aspettava, ma, forse, non è stato neanche messo nelle condizioni di rendere al meglio, schierato sempre e comunque a dispetto di una condizione fisica che ora non appare brillante. Eppure, nessuno invoca il suo impiego senza se e senza ma, anzi ci si interroga da tempo sulla possibilità che, forse, non sia meglio preferire in avvio un giocatore come Donnarumma, il più rapace dentro l’area tra gli attaccanti di Sannino, e giovarsi del talento di Rosina anche part time, almeno fin quando non saranno trovati determinati equilibri. Si ha quasi l’impressione che il punto di partenza per Sannino sia Rosina e che intorno a lui si costruisca tutto il resto, stabilendo il modulo e le posizioni in campo degli altri titolari. Rosina, però, non si accende e nelle ultime partite ha faticato non poco, al contrario di Donnarumma che, pur non segnando, ha avuto il merito di farsi sempre pronto sotto porta, sfiorando il gol sia contro il Pisa sia contro il Cittadella. In tutto questo, sembra uno spreco ridurre Coda al ruolo di attaccante boa, quasi sempre spalle alla porta e costretto a spendersi in un lavoro oscuro che non viene esaltato se non quando al suo fianco c’è Donnarumma, l’unico che attacchi la profondità e si fiondi sulle sponde del centravanti. Contro la Ternana, domenica, agli attaccanti si chiederà di tornare al gol, a patto che arrivino palloni invitanti. Sannino dovrà decidere se riprovare a far coesistere i tre dal primo minuto oppure sceglierne due lasciandone in panca uno. Modulo ed uomini sono un rebus, anche se in difesa le scelte sono quasi obbligate in virtù delle defezioni di Tuia e Marchi. Sarà importante trovare equilibrio, ma, soprattutto, ritrovare la via del gol. Per ritrovare i tre punti e spazzare le nubi.
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