Il veleno nella coda, il destino nei segni con il nome che spesso è un… presagio proprio come dicono i latini, nomen omen. Oggi Massimo Coda spegne la sua 28esima candelina: ironia della sorte il bomber della Salernitana è del segno dello scorpione che per antonomasia ha il veleno nella coda. L’attaccante della Salernitana non ha punto tanto fino ad oggi, ma resta comunque il più prolifico della truppa di Sannino con tre gol all’attivo ed i soliti tanti assist per i compagni di squadra. Oggi i dolci nello spogliatoio, domenica – si spera – i gol nell’arena dell’Arechi.
Coda non segna dal match interno con l’Entella nel principe degli stadi che valse il pari contro la formazione di Roberto Breda. Ironia della sorte quello è anche l’ultimo sigillo della Salernitana che negli ultimi tempi si è ritrovata ad avere le polveri bagnate. Prima due pareggi a reti inviolate contro Ascoli e Pisa e poi le due sberle subite a Cittadella sabato scorso. A finire nel mirino il reparto offensivo e non solo. L’anemia dell’attacco, però, ha ragioni lontane probabilmente. Va ricercata negli equilibri di squadra, nel lavoro chiesto agli attaccanti ed anche in una piccola dose di sfortuna che in questi casi guasta e tanto. Partiamo dalla fine. Proprio a Cittadella Massimo Coda è stato protagonista – suo malgrado – della giornata super di Alfonso. Il portiere dei veneti si è esaltato contro i granata, negando la gioa del gol alla Salernitana in più di un’occasione. Proprio Massimo Coda si è visto strozzare in gola l’urlo del gol su un’inzuccata di testa neutralizzata da un’autentica prodezza dell’estremo difensore avversario. Nella ripresa copia incolla con la palla che ha fatto la barba al palo. C’è di più. Sarebbe grave derubricare il tutto imputandolo alla mala sorte. C’è anche un compito eccessivamente dispendioso a cui sono chiamati gli attaccanti della Salernitana nel modulo previsto da Sannino. Coda si è ritrovato sovente a soffrire di solitudine in avanti, costretto a ripiegare spesso, fino ad essere il “primo difensore”. Detto, fatto. Quanto a spirito di sacrificio e abnegazione lui e Rosina, un po’ meno Donnarumma per caratteristiche differenti, nulla da eccepire. E’ chiaro però che un dispendio di energie del genere, agendo spesso a distanza siderale dall’area avversaria, comporta inevitabilmente un po’ di affanno sotto porta. Ma tant’è.
Massimo Coda oggi spegne la sua 28esima candelina, è reduce da una stagione più che positiva lo scorso anno, nonostante un avvio duro e difficile. Anche domenica sarà lui il vertice ultimo dell’attacco granata. Insieme a lui torna, o dovrebbe tornare dal primo minuto, Alfredo Donnarumma con Rosina alle loro spalle. I tre tenori hanno messo a segno sette reti in dodici partite: 3 sigilli per Coda, due per Donnarumma e due per Rosina. Un po’ pochi, oggettivamente. Tocca a loro tornare a far cantare la torcida granata. Con un anno in più ed una torta tutta ancora da assaggiare.