Le dimissioni irrevocabili sono arrivate al telefono. Via filo, l’intenzione di alzare bandiera bianca. E’ durata meno di cinque mesi l’avventura di Giuseppe Sannino sulla panchina della Salernitana. Ieri sera il tecnico, 60 anni ad aprile, ha comunicato la sua decisione al cellulare al direttore sportivo Fabiani che era a Roma. “Non me la sento più di andare avanti – ha detto al dirigente – avverto un clima di grande accanimento nei miei confronti. Purtroppo non posso restare più”. Queste le frasi, riportate al dirigente granata. Galeotta LA FRASE rilasciata a caldo lunedì sera poco dopo la fine del match con la Pro Vercelli riportata dal collega Mauro Mazzarella sul web. “Voi a Salerno non avete mai visto calcio. Avete rotto i c…. dovevamo vincere 10 a 0”.
Ma quella paradossalmente è soltanto la punta di un iceberg. Gli errori di Sannino vanno ricercati altrove. Prima ancora di una classifica sicuramente anonima ma non certo fallimentare l’analisi da fare è a più ampio raggio. Certamente l’incapacità di reggere la “pressione”, virgolettata più che mai vista la maturità e la pazienza dimostrata dalla Salerno sportiva rispetto al passato, ha avuto un peso specifico anche sulla gestione del gruppo. Già, il gruppo. Il carattere, la determinazione, la ricerca – vana – di un gioco mai visto onestamente quest’anno sono le vere pecche del trainer di Ottaviano che negli ultimi quattro anno ha collezionato esoneri e dimissioni in serie.
Sannino è salito sulla tolda della nave il 10 luglio scorso. Giunto alla Salernitana dopo la telenovela Bielsa-Inzaghi con tanto di tango mancato del Loco che ha riportato Inzaghino alla Lazio dopo essere stato l’allenatore in pectore della Salernitana, già pronto a salire in sella. Durante la conferenza stampa di presentazione, Sannino ha rubato l’occhio della pizza, tessendo le lodi della tifoseria e giurando il massimo impegno per obiettivi importanti da raggiungere su una panchina su cui sognava di sedere quando vedeva l’Arechi stracolmo. Si è detto anche fatalista e fortunato riguardo la vicenda Inzaghino.
Dalle parole, però non si è passati ai fatti. In ritiro, il trainer granata ha mostrato polso, carattere, usando il bastone e la carota con i giocatori. Quando si parlava di mercato e di rinforzi, però, ecco emergere le prime crepe. Il tecnico che aveva un’idea di calcio che diceva e non diceva, parlava a denti stretti, provava il suo 4-4-2 durante il romitaggio estivo per poi affidarsi ad un altro spartito tattico. La vicenda Rosina è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Fortemente voluto dall’allenatore che gli ha subito dato la fascia di capitano, l’ex Zenit paradossalmente si è rivelato un peso nell’equilibrio della squadra. Sannino alla disperata ricerca di una collocazione del giocatore con i gemelli del gol Coda e Donnarumma da provare a preservare. Niente di tutto questo. Nel gruppo qualcosa si è rotto fin da subito. A dispetto, naturalmente, delle dichiarazioni di facciata strombazzate ai quattro venti da qualche blog sotto dettatura, di uno spogliatoio integro. Le prime avvisaglie con la gestione di elementi di spessore, da Zito a Laverone, passando per Caccavallo o per Schiavi. Elementi di valore finiti in naftalina, bocciati, dimenticati o addirittura impiegati in ruoli scriteriati. Per non parlare della reazione di Massimo Coda subito dopo la trasferta di Cesena o dell’accanimento sul cambio sistematico di Donnarumma spesso sacrificato sull’altare dell’equilibrio. Tutti indizi di una situazione in fermento continuo. Che non era certo supportata dai risultati. Che è stata confermata nelle ultime ore anche dai tanti post sui social, oggi unico forse ed autentico strumento del pensiero dei giocatori. La Salernitana in queste prime 16 gare di campionato non ha mai brillato. Non ha subito, intendiamoci, ma non ha mai neppure comandato. I nove pareggi i soli tre acuti e le quattro sconfitte sono lo specchio fedele di una classifica anonima. Se a questo si aggiunge il rapporto mai nato con Lotito le numerose stilettate dell’imperatore Claudio all’indirizzo del tecnico a partire dalla trasferta di Ascoli, il quadro è completo. Ieri la parola fine. Sannino ha voluto scriverla di suo pugno. Al gruppo le ragione della decisione sarebbero state comunicate da Alessandro Rosina. Il capitano e pretoriano di Sannino.