Dopo oltre tre mesi di campionato, dopo aver sperimentato diversi moduli ed alla vigilia di una sorta di rivoluzione tattica, la Salernitana può mettersi il cuore in pace e ripartire da una certezza: durante il mercato estivo si è operato in maniera così approssimativa da essere riusciti nell’impresa di aver allestito una rosa, tutt’altro che disprezzabile sotto l’aspetto qualitativo, ma senza una precisa fisionomia tattica. Se non a patto di rinunciare a qualche elemento eccellente, scegliendo il male minore. Sannino lo ha fatto per alcune partite, quando ha relegato in panca Donnarumma. Bollini lo farà da oggi, ricorrendo alla stessa soluzione del suo predecessore. La differenza sta nell’idea di partenza. Sannino si era votato al 3-5-2 con Rosina a supporto di Coda, Bollini, invece, opterà per il 4-3-3 avanzando Improta da esterno incaricato di coprire tutta la fascia ad ala del tridente, ruolo che, sulla corsia opposta, ricoprirà Rosina, e scegliendo una sola punta di ruolo, in questo caso Coda. In origine, la Salernitana era stata pensata per giocare con il 4-3-1-2 in cui Rosina, ex del confronto odierno, avrebbe dovuto agire alle spalle del tandem Coda- Donnarumma. Peccato, però, che in ritiro, in attesa del fantasista calabrese, Sannino stesse lavorando su altre soluzioni tattiche, in particolare il “suo” 4-4-2 ed il 3-5-2. Insomma, pur essendo stato informato dalla proprietà dell’intenzione di ingaggiare Rosina, il trainer di Ottaviano stava portando avanti un discorso tattico in cui l’ex Catania difficilmente avrebbe trovato collocazione e proprio sulla posizione in campo di Rosina Sannino ha trovato le maggiori difficoltà, finendo con l’incartarsi. Solo nelle ultime settimane il tecnico aveva sdoganato il tridente spurio, ma i risultati non sono arrivati e la sua parabola in granata si è conclusa nel modo che tutti conosciamo. Ed ora tocca a Bollini che vara il 4-3-3, ennesimo modulo della stagione, in una situazione di emergenza, specie a centrocampo dove, in pratica, non ci sono alternative ai titolari ad eccezione di Zito. Questo a conferma del fatto che in estate non si sia operato con avvedutezza, tanto è vero che a centrocampo la coperta, già di per sè corta, lo è ancor di più alla luce dell’infortunio di Odjer. Tante incongruenze, tante contraddizioni: la Salernitana da luglio in poi è stata un cantiere aperto in cui non si è mai arrivati a gettare fondamenta solide. Inevitabile andare col pensiero a gennaio quando, magari in tempi rapidi, la società si muoverà per correre ai ripari.
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