Altro giro, altra corsa, stesso menù. A Natale la Salernitana ama dispensare ai suoi tifosi dispiaceri da scartare sotto l’albero al posto dei ben più graditi regali. Neanche questa volta il copione è cambiato. Un anno fa col Cagliari, stavolta ad Avellino: la squadra granata ha perso e, ciò che più spiace, questa volta lasciando sul campo tanti rimpianti e tanti interrogativi. Assodata l’incompletezza della rosa, resta da capire perchè mai Joao Silva sia stato preferito a Donnarumma alla luce dell’assenza di Coda e perchè Ronaldo e Della Rocca siano stati riproposti insieme in mediana quando, invece, nella partita di Frosinone l’assenza dell’ex Perugia aveva offerto un prezioso assist a Bollini dal momento che il tecnico aveva schierato Zito, un elemento più dinamico, con evidenti benefici per il reparto che, non a caso, ha girato meglio al Partenio quando, rimasta in dieci, la Salernitana ha rinunciato a Ronaldo ed ha affidato a Della Rocca il compito di far girare il pallone. Ed ancora resta da capire perchè il tenero ed inesperto Mantovani sia stato schierato da difensore centrale per contrastare i ben strutturati Castaldo ed Ardemagni e sia rimasto in panchina Luiz Felipe che ha qualcosa in più dell’ex Toro dal punto di vista della forza fisica. Scelte sbagliate prima e durante la gara da parte del tecnico che ha raccolto tre punti in quattro partite. Bollini ha sicuramente il merito di aver alzato il livello di autostima del gruppo, ha cercato di cambiare qualcosa nel gioco e nella disposizione in campo, facendo intravedere anche qualcosa di positivo, ma, al tirar delle somme, per ora non c’è stato il cambio di passo se è vero che Lotito, appena ieri, ha dichiarato che la Salernitana è come un’auto che può andare a 250 km all’ora ma viaggia ad appena 80. Di chi la colpa? Certo non solo di chi la guida, nè dei calciatori in generale. Allenatore e squadra hanno delle responsabilità, ma il grosso è a monte. La proprietà ed il diesse Fabiani hanno allestito una squadra incompleta. Lotito ha detto che chi non è adatto andrà via, ma parlare di giocatori inadatti senza fare ammenda per averli ingaggiati in estate appare troppo comodo. Al di là di tutto, quando si costruisce una squadra, bisogna conoscere vita, morte e miracoli dei calciatori presi in esame, e la bravura sta proprio nel saper scegliere chi faccia al caso. Se tanti giocatori sono stati bocciati dal campo, allora la bocciatura è prima di tutto di chi li ha ingaggiati. Lotito, Mezzaroma e Fabiani non hanno avuto la vista lunga e, fossilizzatisi sul colpo Rosina, hanno perso di vista le reali esigenze di un gruppo che avrebbe dovuto essere rinforzato e rivitalizzato in difesa e a centrocampo innanzitutto. Promettere epurazioni, rivoluzioni e cose simili non basta. Occorre agire ed in fretta presentandosi con i rinforzi già all’Epifania, magari, in modo da consentire all’allenatore di preparare al meglio le gare con Spezia e Verona che apriranno il girone di ritorno. Patron e diesse hanno sbagliato gli obiettivi, portando a Salerno calciatori non idonei, come lo stesso Lotito ha ammesso, ma, soprattutto, non tracciando una strategia tecnica coerente e definita come dimostra il balletto estivo quando la panchina granata, in origine affidata a Simone Inzaghi, fu poi consegnata a Sannino, scelta mai del tutto avallata da Lotito che ha poi puntato sull’esordiente in cadetteria Bollini per dare una scossa. Che, almeno nei risultati, non è ancora arrivata. C’è una partita ancora prima di chiudere il girone di andata e per salvare in parte il bilancio e, si spera, per non rovinare anche Capodanno alla tifoseria che assiste impotente e disorientata ad un copione che ha stancato la maggioranza silenziosa, che ha scelto la linea della diserzione e del distacco. Ieri, al Volpe, uno sparuto gruppetto di tifosi ha provato a scuotere le coscienze, ma in altri tempi, dopo una sconfitta come quella nel derby, sarebbe stata un’altra l’accoglienza riservata alla squadra: questo per dire che a Salerno la favola della pressione e dell’impazienza della piazza non regge più, magari perchè qualcuno le favole riesce ancora a raccontarle…
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