Tutto è nato da un cedimento in galleria, senza gravi conseguenze, avvenuto la notte fra il 3 e il 4 dicembre scorso. Da quel fatto tenuto prudenzialmente secretato è scattata l’indagine che ha portato ieri al sequestro del cantiere di Porta Ovest il mega progetto finanziato dall’Unione Europea con 150 milioni di euro per collegare, prevalentemente in galleria, il porto commerciale di Salerno con l’autostrada A3 Napoli-Salerno. Gli uomini della Dia sono arrivati nei cantieri dell’area portuale, insieme alla Polizia scientifica e ai pm titolari dell’inchiesta, Rocco Alfano e Vincenzo Senatore, ponendo i sigilli a entrambe le estremità dell’opera, nella zona di via Ligea e in quella di via Sorgente. Gli operai e i tecnici sono stati fatti uscire dalle gallerie e, lentamente, nel cantiere non è rimasto praticamente nessuno. Anche in considerazione dell’importanza dell’operazione posta in essere, il procuratore della Repubblica di Salerno, Corrado Lembo, ha chiarito i termini del provvedimento giudiziario sottolineando che l’inchiesta riguarda “l’esecuzione dei lavori, le modalità dello svolgimento degli stessi, i materiali utilizzati, oltre a tutti gli accertamenti ingegneristici e geologici”. Gli indagati sono sei, tutti tecnici – con competenze e mansioni diverse – impegnati nel cantiere: Vincenzo Manganiello, amministratore della Tecnis Spa, la società impegnata nei lavori; Francesco De Rosa, legale rappresentante della ditta appaltante; Mario Vitale, direttore del cantiere; Paolo Costa, capo cantiere; Ludovico Amoretti e Antonio Morabito, entrambi direttori del cantiere. L’ipotesi di accusa riguarda il rischio di crollo per una deformazione di sbarre di contenimento del calcestruzzo per il sostegno delle paratie che mantengono ferme le gallerie. E’ ipotizzato inoltre l’impiego di materiale diverso da quello previsto nell’esecuzione delle opere, in particolare una miscela di calcestruzzo diversa da quella del progetto. E mentre la Tecnis, colosso delle opere pubbliche, general contractor della mega opera finanziata da fondi europei si è detta “sorpresa” per il provvedimento della Procura in quanto – sostiene – non ci sono “rischi e/o pericoli per la pubblica incolumità”, esprime legittima preoccupazione, e fiduicia al tempo stesso nell’opertato dellòa magistratura, l’ente appaltante , l’autorità portuale di Salerno, soprattutto per il rischio di perdere i finanziamenti comunitari che devono essere spesi entro il prossimo 31 dicembre. Che significa? significa che il lavori, per ottenere il finanziamento già stanziato, dovranno essere conclusi enbtro quella data, diversamente bisognerebbe rinunciarci con conseguenze a dir poco disastrose per l’ente e la società che ha vinto l’appalto. Preoccupati anche i sindacati per lo stop a un centinaio di posti di lavoro, fra occupazione diretta e indotta.
https://vimeo.com/129774365
1 commento su “PORTA OVEST: FINANZIAMENTO A RISCHIO”
Raimondo esposito
(Giugno 4, 2015 - 8:47 pm)E questo è a Salerno non si può fare nulla
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