A Pisa il ritorno in campo dopo tanta naftalina, il gol, l’urlo liberatorio e finalmente un contributo da tre punti pesantissimi alla causa granata. Stasera Alessandro Rosina ritrova una maglia da titolare contro il Cittadella dopo avere trascorso le ultime due gare a riscaldare la panchina ed essere passato dal ruolo di insostituibile a quello di nobile gregario nelle gerarchie di Bollini. L’ex Zenit ha partecipato solo da spettatore interessato alla rinascita della Salernitana. Da Benevento in poi. In terra sannita, dopo il giallo relativo al mancato ritiro ed il chiarimento con la squadra, è rimasto in panchina. Poi titolare con il Brescia all’Arechi in cui pur non illuminando, confezionò il preziosissimo assist per Coda che sbloccò il risultato prima di essere richiamato in panchina per Donnarumma che infilò la rete del definitivo due a zero. Da allora soltanto due panchine di fila per il talento calabrese che aveva provato a giustificare il suo mancato impiego con un ginocchio che stava facendo i capricci da dicembre scorso. Quella che doveva essere la ciliegina sulla torta della Salernitana sembrava essersi progressivamente appassita. Anche a Pisa, Rosina era partito dalle retrovie. Al suo posto Bollini gli aveva preferito addirittura Joao Silva. Poi la ripresa. A tutti gli effetti. Il trainer granata lo ha inserito nel secondo tempo al posto del portoghese e Rosina ha ripagato la fiducia del tecnico con un sigillo pesantissimo. Il sesto da quando è a Salerno. Il primo da tre punti. E pensare che il capitano aveva cominciato benissimo a La Spezia segnando la rete del momentaneo vantaggio. Poi la confusione tattica di Sannino, la difficoltà nel trovargli una collocazione, un feeling che stentava a sbocciare con il gruppo ed una carta d’identità non più verdissima hanno fatto il resto. La punizione con il Vicenza è stata solo una chimera, il sigillo con la Ternana servito solo a rimpinguare il bottino granata della rimonta contro le fere. A Frosinone, nella seconda panchina di Bollini sembrava essersi rivisto l’attaccante dei vecchi tempi. Anche la settimana successiva, Rosina mise il suo sigillo – inutile purtroppo ai fini del risultato – complice anche una deviazione della difesa di Castori. Da allora, l’attaccante si era lentamente eclissato. Un paio di assist contro Avellino e Brescia appunto e nulla più. Fino a perdere il ruolo di intoccabile. Il vento però è cambiato e da sabato potrebbe essere lo stesso anche per Rosinaldo. Il gol spesso è un toccasana e così è stato per la partita di Rosina. Fino a quel momento, infatti, l’attaccante aveva fatto abbastanza fatica all’Arena Garibaldi. Poi la rete liberatoria ha restituito al rettangolo verde sprazzi del giocatore che Salerno sta ancora aspettando. Stasera si capirà se l’ex Zenit è tornato definitivamente. Che abbia o meno la fascia di capitano sul braccio poco importa. Quello che conta è la prestazione, i gol, gli assist. Quello che conta è il contributo alla causa… granata. Della Salernitana, s’intende.
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