Fermi sul più bello. Rimandati a settembre senza neppure sostenere l’esame di maturità. È la fotografia della Salernitana vista, solo metaforicamente parlando, ieri sera sul prato dell’Arechi. E’ la nuda cronaca di una sconfitta dura da digerire patita ad opera del Frosinone. La truppa di Bollini stecca proprio in quella che doveva essere la sua serata di gala. Proprio nel momento in cui avrebbe dovuto avere l’acuto vincente, l’assolo straripante. Ed invece è arrivata una brutta battuta d’arresto che chiude quasi definitivamente ogni discorso play off. Solo la matematica consente ancora di sperare. Il 3-1 con cui l’undici di Marino ha sbancato l’Arechi è di quelli che lasciano il segno. Chiariamolo subito. Guai a voler giustificare la debacle contro una comunque pessima direzione arbitrale che, magari, ha soltanto contribuito a rendere il passivo più pesante. Questo è un esercizio che lasciamo ai soliti tromboni stonati, capaci di leggere solo-forse uno spartito tattico sotto dettato. Che Pasqua di Tivoli abbia commesso degli errori è sotto gli occhi di tutti. Ma la Salernitana è stata artefice del proprio destino. Tuia e compagni ieri non sono praticamente mai scesi in campo. Fin qui ci può anche stare: una partita storta, una giornata da dimenticare, una gara che nasce sotto cattivi auspici, l’avversario oggettivamente di spessore e di categoria superiore. Tutto lecito, per carità. Quello che invece lascia preoccupati, perplessi ed anche sfiduciati, invece, è il fatto che la squadra abbia sistematicamente fallito ogni qual volta si è ritrovata a ridosso delle zone nobili della classifica. Sempre sul più bello, sempre quando mancava poco per entrare nella zona play off. Il pareggio con il Cittadella in casa ad esempio grida vendetta. Cittadella che, per rispondere a Bollini che spesso prova ad usare i risultati dagli altri campi per enfatizzare quelli di casa propria, ha perso in casa per 3 a 2 ad opera del Cesena in quest’ultimo turno di campionato. Passi anche l’altro pari ad occhiali di Vercelli in trasferta; ma certo salta agli occhi e grida vendetta un altro segno x con il Bari in quello che era un autentico scontro diretto in ottica post season. Insomma, la Salernitana si sta dimostrando un’incompiuta. Capace e testarda nel conquistare l’obiettivo minimo, la tanto agognata salvezza tranquilla, tenace quanto basta per alimentare il sogno play off, per poi perdersi sul più bello. E adesso? Adesso resta soltanto l’aritmetica. Mancano tre partite alla fine della stagione, 9 punti a disposizione contro avversari con ambizioni diverse. Se è vero che gli esami non finiscono mai, magari si può almeno sperare che la squadra abbia fatto tesoro degli errori commessi in passato. Perché i punti persi per strada, come dicono allenatore-dirigenti e gli stessi giocatori, non sono solo quelli del trapassato remoto, ma anche e soprattutto quelli dilapidati proprio nel momento topico della stagione. Quelli di ieri, insomma, si spera siano stati gli ultimi. C’è da onorare una maglia, una piazza ed una tifoseria che non chiedono altro.
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