Quasi mille i migranti sbarcati stamane al Molo Manfredi di Salerno, trasportati dalla nave norvegese Siem Pilot, in quello che per la città è il diciassettesimo approdo. A bordo vi era anche il corpicino di un bambino di meno di tre anni. Una piccola bara bianca è stata fatta salire sulla nave per il trasporto del cadavere sul quale verrà effettuata l’autopsia per stabilire le cause del decesso. Tra le persone a bordo, vi era anche un ragazzo della Nuova Guinea ferito lievemente da un’arma da fuoco quando si trovava ancora in Libia. Il fatto sarebbe avvenuto quindici giorni fa, prima che si imbarcasse e a ferirlo sarebbe stato uno scafista, rimasto però in patria. Al momento la Squadra Mobile sta lavorando per ricostruire la dinamica dell’episodio, così come sta sentendo svariate persone di nazionalità libica, siriana, nigeriana e cambogiana. Per ora non risultano persone fermate nè scafisti, ma il lavoro è lungo e complesso anche per il numero dei migranti.”Ci tengo a ricordare – ha spiegato il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi – la nostra straordinaria capacità di fare accoglienza in sicurezza. È necessaria un’equa distribuzione dei migranti su tutto il territorio per evitare che si gravi solo su alcune aree. Mi affido al grande senso di responsabilità dei sindaci che continuano ad essere il fondamento della nostra repubblica”. “Oggi – ha sottolineato il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli – è il giorno del dolore ma anche della speranza. Tra i migranti arrivati, vi era anche il corpicino di un bambino che non aveva ancora compiuto tre anni, ma anche tante donne incinte e tanti bambini e ragazzi. Oggi pensiamo solo a questo. A quanto hanno sofferto e patito per arrivare fin qui nella speranza di sfuggire a guerre, fame e violenze. Continueremo a fare la nostra parte. Tutti, però, in maniera globale devono provvedere a contibuire alla risoluziome di questo problema. Salerno accoglie con solidarietà e amicizia ma richiede il rispetto delle nostre leggi da parte di tutti”. Sulla prossimità della stazione marittima, il sindaco ha detto: “Stiamo cercando di concertare un’azione che faccia svolgere al porto di Salerno anche una sua funzione turistico-commerciale a tutto tondo, nel rispetto profondo delle tragedie umane. Ma bisogna far convivere il momento della solidarietà con quello dello sviluppo economico”. “È sicuramente una situazione difficile per queste persone – ha aggiunto la mediatrice culturale, Sara Moutmir delegata Cgil – perché non sanno cosa si troveranno davanti. Dopo un lungo viaggio come questo sono turbati e impauriti. Oggi, tra l’altro, alle solite nazionalità presenti che approdano a Salerno, vi è anche quella del Kasmir, che arriva per la prima volta sul nostro territorio. Noi siamo qui per accogliere. È nostro dovere fare in modo che loro abbiamo una vita migliore”.
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