Se non ci fosse stato Radunovic, ieri sera la Salernitana sarebbe uscita senza punti dalla trasferta sul campo del fanalino di coda; se ci fosse stato un attaccante più freddo di Rodriguez, la squadra di Bollini avrebbe espugnato il Piola. Sono due affermazioni così antitetiche in apparenza, eppure in grado di coesistere all’interno di un discorso superficiale circa la partita di ieri. L’analisi, infatti, deve essere più approfondita, perchè bisogna fare i conti con una realtà che va oltre le prodezze o gli errori dei singoli, seppure nel bene e nel male anche questi servano a rimarcare un concetto. La Salernitana costruita in estate dalla proprietà romana e dal diesse Fabiani è una squadra con pochi punti di forza, tra cui c’è sicuramente il portiere, il giovane e promettente Radunovic, e con troppe lacune. In difesa le falle sono allarmanti, in mediana la qualità latita ed in attacco gli errori di mira sono imbarazzanti. Dopo cinque giornate i punti all’attivo sono quattro, frutto di altrettanti pareggi che, eccetto quello a reti bianche di Venezia, sono maturati al culmine di affannose rimonte. Mai, infatti, la Salernitana è passata in vantaggio nelle cinque gare disputate e, salvo l’esordio, ha sempre subito gol. I problemi, insomma, non mancano e, che piaccia o no, l’andamento non è certo quello sperato. Solo Pro Vercelli ed Ascoli sono alle spalle dei granata in classifica e, di certo, una media come quella attuale, inferiore al punto per partita, non lascia presagire un futuro roseo. Sono bastate poche partite per far venire al pettine tutti i nodi. Ieri Bollini ha provato a ruotare gli effettivi a sua disposizione, ma le risposte non sono state certo entusiasmanti. Signorelli ha vagato per il campo, risultando quasi invisibile, in attacco sono mancati cambi di passo sugli esterni, dove non si può chiedere a Sprocati di fare il terzino, l’ala e pure il goleador, mentre sugli errori di Rodriguez ogni commento sarebbe superfluo. Capita a tutti di sbagliare, certo, ma l’errore è più pesante se porta la firma di un calciatore che proprietà e direzione sportiva hanno presentato come una prima scelta, nonostante sia arrivato solo nei minuti conclusivi del calciomercato. Troppo perforabile in difesa, poco cinica in fase realizzativa, inghiottita da un vuoto che fa paura nella zona mediana dove solo Minala garantisce una certa presenza fisica e tecnica, decimata dagli infortuni in serie che, non a caso, hanno colpito diversi calciatori giunti sulla sirena o anche oltre del mercato, la Salernitana dovrebbe trovare il modo per scrollarsi di dosso tutti i suoi problemi e cominciare a vincere. Sabato all’Arechi arriverà uno Spezia carico e tosto, che ha trovato due vittorie interne pesantissime grazie ai gol di Marilungo, uno di quegli attaccanti che la Salernitana si è vista proporre ma ha scartato. Le prime scelte erano altre ed il tempo dirà. Intanto, però, di tempo ce n’è già poco per Bollini e la squadra, chiamati a vincere sabato per non restare impantanati in fondo al gruppo. Sarebbe un bel guaio, visto che questa serie B è spietata e molto più difficile delle precedenti e, per di più, il calendario comincia a proporre un maggior coefficiente di difficoltà dopo un avvio che in molti avevano definito soft e che non ha regalato troppe soddisfazioni. Sabato mancheranno all’appello Pucino, Gatto, Rizzo, Rosina, Odjer, oltre ad Orlando e tanto per gradire Alex è uscito malconcio dal Piola. A qualche calciatore, come Perico e Sprocati, Bollini dovrà chiedere gli straordinari e si spera che il ritorno di Bocalon in attacco possa regalare gol e punti. Per ora il campo ha bocciato il mercato estivo, cosa che ha fatto anche Bollini con certe scelte. Ora, però, c’è da fare con quel che si ha. Arrangiarsi per qualcuno è un’arte ed allora ecco che la salvezza per la Salernitana potrebbe diventare un’opera d’arte. Bellissima, in quanto tale: basterà solo saperla guardare dalla giusta prospettiva. L’unica possibile per questo gruppo è compattarsi ancor di più, affidarsi al carattere ed allo spirito di sacrificio, perchè gioco e talento, al momento, non abbondano dalle parti dell’Arechi. E, come sempre, proprio ai tifosi toccherà ricoprire un ruolo decisivo. Passione e pazienza, fede e speranza queste sì che non mancano. Ma non sempre bastano…
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