TORRENTE E L’OCCASIONE ATTESA DA UNA VITA

L’emozione ha la voce di Vincenzo Torrente che prova a stemperarla con una battuta, quando dice di essere un “Torrente di emozioni”. Come non esserlo, in fondo, per uno che si è affermato a Genova, ma ha sempre accarezzato l’idea di tornare a casa. La Salernitana è sempre stata nei suoi pensieri, magari come ultima tappa di una carriera intensa ed appagante con il Genoa. Le vie del destino sono imperscrutabili e Torrente ha fatto il giro d’Italia, cambiando mari e porti, prima di tornare a casa. Genova da calciatore e da allenatore, poi, dopo Gubbio, ecco il grande salto in B col Bari. Altro mare, stessa passione. Guarda caso, i biancorossi del San Nicola sono da sempre gemellati con i granata di Salerno e, chissà, magari proprio nel biennio barese Vincenzo Torrente avrà cominciato a convincersi del fatto che prima o poi sarebbe toccato a lui sedersi sulla panchina dell’Arechi. Ieri è stato il suo primo giorno da allenatore della Salernitana. Accompagnato dal presidente Marco Mezzaroma e dal ds Angeli Fabiani, il trainer di Cetara ha raccontato le sue emozioni, le sue sensazioni, ma anche i suoi obiettivi. Da centrare attraverso un calcio aggressivo, propositivo, mai di attesa, con quel 4-3-3 che a Salerno fa subito illuminare gli occhi dei tifosi, figurarsi, poi, quando Torrente cita Delio Rossi. I ricordi ed i sogni si incontrano in un luogo, l’Arechi, che è stato teatro di una festa promozione meno di due mesi fa, ma anche di un’altra cavalcata, storica ed indimenticabile, proprio con Rossi in panchina. Torrente, sempre una pausa per meditare bene le parole, prima di ogni risposta, vola basso, ma sogna in grande. Gli hanno chiesto la salvezza, ma non certo di accontentarsi perchè a Salerno c’è spazio per i sogni e per i programmi ambiziosi.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto