Rischia seriamente di precipitare la questione senegalese a Salerno. Non bastassero le tensioni che da un po’ di tempo si registrano, in modo particolare, tra l’amministrazione comunale e la folta colonia di extracomunitari presente sul territorio, le denunce, le accuse e le polemiche a distanza, è stato il governatore della regione Campania ad alzare ancor di più il livello di guardia, la soglia di attenzione, attaccando – pur non facendo mai il nome – il capo della comunità Dauda Niang, già richiamato nei giorni scorsi anche dal sindaco Vincenzo Napoli, dopo che lo stesso Nianga aveva platealmente definito un falso l’aggressione di uno ragazzo senegalese ad un vigili urbano nel corso di un’operazione di controllo e bonifica del territorio sul lungomare salernitano. Senza mezze misure, De Luca, è andato giù durissimo parlando di un “mezzo camorrista” a capo della numerosa colonia senegalese che, a differenza di quanto succedeva con il suo predecessore, ora morto, mostra sempre poco rispetto nei confronti delle istituzioni parlando, testuale “ A Salerno c’è la presenza di centinaia di immigrati che pretendono di occupare militarmente il lungomare della città, e di vendere prodotti contraffatti anche sul corso, fuori da ogni regola. Dieci anni fa ero sindaco e feci un accordo con l’allora capo della comunità senegalese che era una persona di grande disponibilità e civiltà, e decidemmo così di aprire i mercatini etnici. Per un po’ di tempo c’è stato rispetto reciproco, poi quel rappresentante è morto ed è stato cambiato. È arrivato un tipo che sembra un mezzo camorrista, che viene e parla a tu per tu”. Quel Douda Niang che dopo le aggressioni denunciate da due agenti della Polizia municipale ha raccontato una versione rovesciata dell’accaduto dicendo che non c’era stata nessuna violenza e che sarebbero stati i vigili urbani ad accentuare i toni dello scontro con i venditori abusivi, con lo scopo di strumentalizzarli nella vertenza in atto con il Comune e per dimostrare che la città è insicura e occorrono più turni di vigilanza. Accuse esplicite, diretta ai vigili ma anche all’amministrazione comunale, che secondo il leader dei senegalesi non consente loro di lavorare assegnando un’area specifica per vendere la merce. Condizioni di scontro che, rendono sempre più ardua la trattativa in corso per l’assegnazione dell’area di via Calò.
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