Tra il governo della Regione Campania e il rischio commissariamento è solo una questione di giorni: quelli che impiegherà il Tribunale di Napoli per decidere sui ricorsi presentati dal neo governatore Vincenzo De Luca per annullare il decreto, emanato venerdì scorso da Palazzo Chigi, che lo ha sospeso dalla carica. Solo una decisione positiva in tempi rapidi consentirà a De Luca di esercitare pienamente le sue funzioni e di procedere con la formazione della Giunta regionale senza esporsi al caos istituzionale. Una scappatoia che il decreto del governo – che nel sospendere l’ex sindaco di Salerno non ha previsto un commissario – consente di percorrere. De Luca ha preferito al momento non procedere con la nomina della Giunta, nonostante il parere favorevole dell’Avvocatura dello Stato. Meglio non esporsi ad altri possibili ricorsi che pioverebbero dalle opposizioni e attendere invece con fiducia un giudizio rapido dei giudici che potrebbe ricollocarlo sulla poltrona di governatore. La partita si gioca molto sui tempi: nel caso analogo di de Magistris il collegio si è espresso in venticinque giorni. Ma il sindaco di Napoli ha potuto attendere il verdetto nel pieno delle sue funzioni. Diversa la vicenda di De Luca, che è sospeso, e per il quale un’attesa troppo lunga sarebbe letale. Serve un giudizio rapido. Magari in tempo per potersi presentare con pieni poteri al cospetto del Consiglio regionale la cui seduta d’insediamento è stata rinviata e comunque dovrà celebrrarsi non oltre la scadenza, dettata dallo statuto, del 12 luglio. E cosi’ ancora una volta la governabilità delle istituzioni campane – è stato cosi’ anche per il sindaco de Magistris – passa per il via libera dei tribunali. Per grandi linee l’istanza ricalca quella presentata un mese fa con successo da de Magistris in cui si faceva leva sul diritto dell’elettorato passivo. “In caso di sentenza negativa – sostiene il pool di legali che assiste de luca – ci sarebbe il commissariamento della Regione che sarebbe comunque un caso senza precedenti”. All’attacco le opposizioni che chiedono, invece, un immediato ritorno al voto, eventualità che Luigi Di Maio considera certa.
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