L’ULTIMO SALUTO A GIGI CIANCIO, L’UOMO LIBERO

Un uomo libero. La moglie clementina Granato ed i figli Marilena, Danilo ed Emiliano, hanno scelto la sintesi perfetta per fotografare quello che Luigi Ciancio era sempre stato per tutti, al di là dei ruoli che nella vita aveva interpretato. Per 15 anni battagliero sindacalista nella Uil, al fianco dei lavoratori edili nel periodo in cui il settore delle costruzioni iniziava a vacillare, passionale chef nel suo ultimo lavoro, il ristorante che aveva aperto dal 2014 quando aveva appeso al chiodo le scarpe da sindacalista per riversare in cucina il suo amore per le cose buone, che non erano essenzialmente il cibo, ma le eccellenze del nostro territorio intese in senso lato. Quelle stesse che aveva raccolto e messo nero su bianco con l’allora sindaco di Cetara Secondo Squizzato scrivendo un libro sulle costiera, dopo aver raccolto anche in un’altra opera ricette e poesie. Per tutti Gigi Ciancio era il sindacalista della Si Sav, l’uomo che più di altri volle battersi per l’ampliamento del raccordo Salerno Avellino, tanto che su Facebook lanciata dal giornalista Gabriele Bojano, è già stata proposta l’idea di intitolare alla sua memoria una delle gallerie del tratto autostradale. A Salerno è stato tra i promotori delle battaglie sindacali unitarie come ha ricordato il suo compagno di lotte, Franco Tavella, ex segretario della Cgil. Patrizia Spinelli, attualmente alla guida della Uil, ha scelto una poesia di Pier Paolo Pasolini per ricordare l’amico fraterno e l’operaio tra gli operai . Proprio quella sua eterna passione accompagnata da ironia e sorrisi sempre per tutti, hanno reso difficile pensare che Gigi non c’era più, stroncato improvvisamente da un infarto che aveva già provato a strapparlo alla vita qualche anno prima sneza riuscirsi. Alle 16 al duomo di Salerno l’ultimo saluto.

Autore dell'articolo: Barbara Albero