La Polizia Provinciale di Salerno ha proclamato lo stato di agitazione richiedendo l’attivazione delle procedure di conciliazione previste dalla normativa vigente. In una nota a firma dei responsabili del comparto AA.LL. per la CGIL FP O.Zito e per la CISL FP M. Amatruda inviata al Prefetto di Salerno, al Presidente della Provincia, al Segretario Generale, al Comandante del Servizio Polizia provinciale e al dirigente del Settore Personale viene chiesto di riportare legalità e correttezza all’interno del servizio di Polizia provinciale nonché di ripristinare le normali condizioni di tranquillità lavorativa, la cui assenza, oggi, mette a repentaglio la salute psicofisica dei lavoratori ed ogni tipo di intervento che viene svolto in strada e negli uffici.
“S.E. Signor Prefetto,
Ormai da molto tempo la situazione presso il Servizio di Polizia provinciale è diventata insostenibile; una gestione per noi pessima da parte della titolare di PO, non improntata alla ricerca della correttezza, del benessere organizzativo e della non discriminazione, ha determinato un clima avverso con atteggiamenti ai limiti del mobbing che rendono difficile espletare le attività con la serenità che la delicatezza dei servizi assegnati imporrebbe. Riunioni su riunioni con gli Organi politici e gestionali non sono servite ad uscire dall’impasse.
Le principali criticità rappresentate dai lavoratori:
Servizi non organizzati secondo le previsioni normative e contrattuali, discriminazioni nelle turnazioni e nei compiti assegnati, agenti che fanno prevalentemente gli amministrativi e un dipendente amministrativo che evidentemente non gode della simpatia necessaria, demansionato a pseudocentralinista, supporto operativo da parte del Comando agli agenti su strada estremamente carente, turni non organizzati,per tutto il personale, secondo un’effettiva rotazione in prestabilite articolazioni giornaliere; l’attività lavorativa che nei giorni festivi non grava equamente su tutti i componenti del servizio (basti pensare che il Funzionario titolare di PO (solo da agosto 2017, in precedenza senza incarico) non ha MAI lavorato di sabato, domenica e nei festivi e tutt’ora non lavora in tali giornate); discriminazioni nella concessione di permessi e congedi;
A ciò aggiungasi che il 12 gennaio 2017, l’allora dirigente del Settore Personale, nel verificare il rispetto delle condizioni legittimanti il pagamento della turnazione, evidenziava tra l’altro al dirigente della presidenza e al direttore generale alcune anomalie nel pagamento dell’indennità di turnazione, relativamente al solo personale della polizia provinciale, per le quali invitava a relazionare. Da allora, del fatto sono stati resi edotti anche il Presidente Canfora, il Consigliere delegato alla polizia provinciale Sorrentino, l’attuale dirigente del personale, i segretari generali che si sono succeduti a Palazzo Sant’Agostino. Nessuno ha fatto mai chiarezza e l’immagine dell’intera polizia provinciale è stata irrimediabilmente sporcata da dubbi e paroline sussurrate nei corridoi, anche da altri dipendenti del comparto potenzialmente lesi nelle aspettative economiche. Ma il fatto corrisponde al vero? Se no, vogliamo un riscontro formale, se si, chi sono i funzionari che si sono appropriati indebitamente di danaro pubblico o lo hanno permesso? Chi ha eventualmente comunicato al Settore Personale le richieste di pagamento?Chi ha eventualmente omesso di vigilare? Perché il funzionario responsabile del servizio di polizia provinciale non ha mai respinto sino ad oggi le ipotesi formulate? Chi si è eventualmente reso complice per inerzia? Quali sono, nel caso, i procedimenti sanzionatori attivati? La maggior parte degli agenti pretende una risposta immediata!
Inoltre la funzionaria titolare di PO si è autoattribuita il grado superiore di tenente colonnello; si titola così negli atti ufficiali dell’Ente, ma non esiste nei provvedimenti pubblicati alcun atto formale di attribuzione. Nel contempo gli altri appartenenti alla polizia provinciale non hanno avuto alcun aggiornamento dei gradi maturati. Anche il perché di questo è stato chiesto in via bonaria e non vi è stato mai alcun riscontro.
Infine, la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo all’inverosimile: a seguito di un’assemblea del personale tenutasi in polizia provinciale il dirigente comandante ha emanato una disposizione di servizio nella quale chiedeva in maniera sommessa e garbata alla titolare di PO il rispetto di alcuni principi stabiliti dal regolamento di polizia provinciale su turni, servizi e orari di lavoro. Ebbene, la titolare di PO rispondeva per iscritto, autodefinendosi responsabile del corpo e disconoscendo ruolo e funzione del Comandante , appellandolo “dirigente amministrativo”; poi nel dichiarare, la suddetta titolare di PO, il dirigente incompetente per materia, diffidava con toni aspri e imperiosi gli addetti a non eseguire gli ordini del dirigente. Il Dirigente, si precisa, nominato dal Presidente con proprio decreto e in possesso anche del decreto prefettizio di autorità di polizia giudiziaria. Tale diffida è proseguita poi in comunicazioni singole agli addetti e, taluni ordini di servizio, da quel momento, hanno cominciato a contenere “promesse” di adozione di misure sanzionatorie . Non ci risulta che nessuno all’interno della Provincia abbia in qualche modo precisato i termini della questione!
Oggi, gli addetti si trovano con ordini provenienti dal Comandante e dal titolare di PO confliggenti tra loro e atti a determinare disorientamento e confusione. Chi comanda? Quali ordini vanno rispettati, quelli del dirigente o quelli del titolare di PO? Il Regolamento vigente dà una risposta certa, ma qual è l’Autorità che in Provincia deve far rispettare leggi e regolamenti? Noi pretendiamo una risposta definitiva.
Sinora, unitamente al personale interessato, si è cercato in tutti i modi di trovare delle soluzioni con l’Ente Provincia, che preservassero immagine, ruolo, e funzione della Polizia provinciale innanzitutto a tutela delle funzioni di PG e di repressione dei reati che esercita. Ora, però, bisogna mettere la parola FINE! L’amara considerazione è che, questa vicenda, che non può più essere taciuta, potrà svalorizzare i tanti risultati positivi che i singoli agenti, quelli operanti su strada nelle funzioni di viabilità e ambiente, nell’esercizio delle funzioni attribuite ad ognuno dalla norma, (non il coordinatore) sono riusciti a portare in termini di repressione delle frodi ambientali (ultima in ordine di tempo l’operazione traffico transfrontaliero di rifiuti illegali e conseguenti sanzioni finanche a Trenitalia) e in termini di repressione dei comportamenti illeciti su strada a tutela della vita degli utenti della strada.
Pertanto, su mandato della maggioranza dei partecipanti all’Assemblea della Polizia provinciale, attesa la costante mancanza di risposte da parte dell’Ente Provincia, e attesa la mancata convocazione per il 2 febbraio della riunione nella quale la Provincia, nella persona del Consigliere delegato Sorrentino si era impegnata a portare delle risposte concrete ai lavoratori, la CGIL FP e la CISL FPL proclamano lo stato di agitazione della Polizia provinciale. Pertanto chiedono ai sensi della legge 146/90 ai fini del raffreddamento e della conciliazione, di convocare le Parti presso questa Spettabile Prefettura. La richiesta dei lavoratori è di riportare legalità e correttezza all’interno del servizio di Polizia provinciale nonché di ripristinare normali
condizioni di tranquillità lavorativa, la cui assenza, oggi, mette a repentaglio la salute psicofisica dei lavoratori ed ogni tipo di intervento che viene svolto in strada e negli uffici.
Al Signor Presidente della Provincia che legge per conoscenza, ribadiamo la necessità già espressa ai tavoli di rimuovere il suddetto funzionario dall’incarico di PO o, comunque, di intervenire in qualità di Responsabile politico del Corpo, al fine di evitare che la situazione degeneri oltre l’irreparabile.”