La sconfitta col Carpi, che per quanto visto in campo è sicuramente punizione troppo severa anche se, purtroppo, quando si sprecano tante occasioni per segnare occorre prendersela solo con se stessi, non solo certifica che la compagine emiliana è una vera e propria bestia nera dal momento che ha vinto tutti i quattro scontri diretti degli ultimi due campionati cadetti, ma soprattutto che la Salernitana non è in grado di compiere il salto di qualità. Dopo aver lasciato a Terni due punti pesantissimi in pieno recupero, la squadra di Colantuono ha perso un’altra grande occasione perché, sebbene decimata ed in totale emergenza a centrocampo, avrebbe potuto ribaltare una partita in cui s’era trovata in svantaggio per effetto del tiro dalla distanza di Poli, autentico lampo nel pomeriggio bigio a dir poco dell’Arechi, con troppi spazi vuoti sugli spalti per non indurre la proprietà ad una approfondita analisi. La bella azione che aveva portato al gol di Sprocati in chiusura del primo era stata il preludio ad un inizio di ripresa all’arma bianca nel quale i granata non sono stati in grado di sfruttare delle golose palle gol. Prima Sprocati, poi Vitale ed infine Zito hanno fatto un pessimo uso della sfera, sbagliando la mira da posizione più che invitante. E quando le forze sono venute meno, quando la già corta coperta ha presentato un altro squarcio in mezzo al campo (out Signorelli e Ricci, infortunatosi Odjer dopo neanche mezz’ora, Colantuono ha adattato Zito e poi Kyine in mediana) ecco che il Carpi di Calabro ha piazzato la puntura velenosa sfruttando l’ennesimo strappo di Mbakogu che ha tenuto sempre in allerta la difesa granata in cui il più coriaceo e convinto è stato Casasola ed ha preparato il terreno per il gol di Verna, sfuggito alla marcatura di un esausto Zito e presentatosi in area indisturbato. Il centrocampista è stato bravo a restare freddo davanti a Radunovic non dandogli scampo. Messa al tappeto dalla tattica letale del Carpi e dai suoi limiti strutturali, acuiti da una beffarda emergenza, la Salernitana non aveva più gambe per reagire ed i fischi all’indirizzo della squadra a fine gara, per quanto comprensibili, sono apparsi ingenerosi perché non è solo chi va in campo ad avere responsabilità per quanto accaduto finora. La Salernitana aveva ottenuto 19 punti in 12 giornate, ne ha raccolti solo 11 nelle successive 12, 7 dei quali dopo il cambio in panchina. Neanche Colantuono ha dato la svolta, ma era utopistico pensarlo perché la rosa è questa ed a gennaio non è stata migliorata visto che non s’è inteso colmare la lacuna a centrocampo. Ma questa è una storia nota che solo chi non ha a cuore la verità dei fatti può ignorare.
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