Lo zero a zero con la Pro Vercelli è l’ennesima occasione persa per la Salernitana, rimasta ferma al palo, anzi al duplice legno, su cui si è infranta la punizione di Rosina, che ha avuto un buon impatto sulla partita come non accadeva da tempo. Tuttavia, non si può archiviare il pari di sabato come frutto di un capriccio della dea bendata che si è divertita a frapporsi fra i granata ed il gol. Sarebbe un grave errore, il più dannoso degli autogol. La Salernitana, al di là degli episodi che sono sicuramente una componente importante, ha conquistato solo otto punti nelle otto gare con Colantuono, espulso per la seconda volta di fila sabato, non vince da quattro partite e non segna da due. Un trend negativo, ben lontano dagli auspici di Lotito e Fabiani che avevano defenestrato Bollini perchè convinti che un altro allenatore sarebbe stato in grado di ricavare di più dall’organico allestito in estate. Il campo sta dicendo altro e neanche gli infortuni sono un alibi che regga perchè a gennaio c’è stata la possibilità di intervenire per rinforzare il centrocampo e non lo si è fatto, se non tardivamente e con l’ingaggio di un calciatore, Akpro, fermo da oltre un anno. Le ultime due partite hanno certificato anche l’evanescenza dell’attacco granata, reparto in cui manca un bomber di categoria. I giovani Rossi e Palombi ed il quasi esordiente in cadetteria, Bocalon, reduce da tante buone stagioni in terza serie, non stanno garantendo quei gol che fanno la differenza tra una stagione quanto meno tranquilla ed una di sofferenze. Con soltanto tre punti di vantaggio sulla zona playout, la Salernitana ora deve darsi una mossa ed il calendario non le dà una mano, visto che le propone la tutt’altro che facile trasferta di La Spezia, venerdì, cui seguirà il match di lunedì prossimo, all’Arechi, col Parma. E se contro la Pro Vercelli la difesa ha finalmente chiuso la strada agli attaccanti avversari, la mancanza del guizzo sotto porta in fase offensiva è stata un macigno pesante sulle speranze granata di centrare un successo che avrebbe dato ossigeno e fiducia al gruppo. Così non è stato ed ora c’è da fare i conti con una classifica che non offre più tante certezze, se non una: il piatto piange ed ora ci sarà da rimboccarsi le maniche per riempirlo almeno quel tanto che basti per centrare la quota salvezza.
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