Somme di denaro, regali (tra cui un orologio da 20 mila euro) e numerosi finanziamenti erogati alla sua associazione, la Polisportiva Rocchese, in cambio di favori processuali. Sono i principali addebiti contestati dalla procura di Napoli al giudice Mario Pagano, rinviato a giudizio con le accuse di corruzione in atti giudiziari, truffa e falso. Secondo quanto emerso dall’inchiesta – condotta dai pm Ida Frongillo e Celeste Carrano, coordinati dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino – il magistrato avrebbe agito in violazione degli obblighi di terzietà del giudice che, come sottolinea l’accusa, avrebbe dovuto astenersi dalla trattazione di una serie di cause in quanto legato da rapporti di interessi o di amicizia con alcune delle parti. Nei capi di imputazione sono elencate decine e decine di sentenze in cui Pagano avrebbe favorito amici e conoscenti in cambio di soldi o utilità. Tra i reati contestati anche quello di truffa ai danni della Regione Campania per finanziamenti erogati a una cooperativa nel settore dell’agriturismo a Roccapiemonte, in provincia di Salerno, di cui Pagano e il cognato Nicola Montone (anch’egli rinviato a giudizio) sono indicati come ”titolari di fatto”. La procura contesta anche l’ipotesi di associazione per delinquere di cui Pagano sarebbe stato ”capo e promotore”. Una associazione finalizzata a una ”serie indeterminata” di reati, tra cui corruzione in atti giudiziari, rivelazione di segreto di ufficio, millantato credito, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistema informatico e truffa per il conseguimento di finanziamenti pubblici.
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