Via libera da questa mattina alla rimozione della posidonia spiaggiata dalle spiagge del lido Azzurro e della marina, presso il porto turistico di Agropoli. Mai come quest’anno si è assistiti ad uno spiaggiamento copioso di posidonia, dovuto al riscaldamento delle acque. L’Amministrazione comunale, retta dal Sindaco Adamo Coppola, nonostante le istituzioni ministeriali non abbiano ancora adottato una apposita legge a salvaguardia dei Comuni cilentani in difficoltà, si è fatta carico della rimozione. A prelevarla e a smaltirla, per una quota pari a 2.500 tonnellate, sarà il nuovo gestore del servizio di igiene urbana Sarim Srl, come da contratto stipulato. Nel contempo ci si sta muovendo al fine di trovare una soluzione definitiva. A tal proposito, martedì scorso si è tenuto un incontro promosso dall’Assessore al Porto e Demanio, Eugenio Benevento, al quale hanno preso parte i rappresentanti dell’Ente Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e dei Comuni di Agropoli, Capaccio, Castellabate, Montecorice, San Mauro Cilento. A margine dello stesso è stata inviata una lettera al Ministero dell’Ambiente e all’Ispra chiedendo di accelerare l’iter di una legge che consenta lo smaltimento della posidonia in maniera diversa da come avviene attualmente. In particolare è stata chiesta la possibilità che la stessa possa essere rigettata in mare, come da linea guida 55/2006 dell’Ispra ovvero la possibilità di catalogare la posidonia oceanica spiaggiata non come vegetale ma quale rifiuto di tipologia diversa, che possa portare a costi di smaltimento meno onerosi. «Abbiamo provveduto – affermano il Sindaco Adamo Coppola e l’Assessore Eugenio Benevento – a dare il via alla rimozione della posidonia. In una condizione di vacatio per una soluzione definitiva, che dovrebbe venire dettata dal competente Ministero e dall’Ispra, provvediamo a liberare gli arenili, sebbene ci preme ricordare che la presenza di posidonia è indice di alta qualità ambientale e di mare pulito. Confidiamo, intanto, in una apposita legge che possa essere vicina ai Comuni, che non riescono da soli a risolvere tale annoso problema».
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