La sicurezza su strada è un fattore importante per chi utilizza un veicolo tutti i giorni ma anche per coloro che si preparano a sfruttare i tanti ponti festivi del 2018 alla ricerca della ricetta perfetta per allontanare lo stress. In entrambi i casi, è importante non farsi trovare impreparati di fronte all’eventualità di un guasto all’auto. Gli ammortizzatori sono di fatto uno dei componenti più sollecitati e risultano essere fondamentali per la sicurezza dell’auto, del conducente e dei passeggeri, in quanto attutiscono gli urti e le vibrazioni provocate da asfalto sconnesso o dalla guida stessa. Le strade dissestate sono infatti un classico del territorio italiano e questo spesso influisce anche sullo stile di guida. Un ammortizzatore in buono stato influisce positivamente anche sul comfort di guida e consente di evitare la perdita di aderenza su qualsiasi manto stradale, ma al contempo supporta in questo difficile compito anche la sospensione. Sui veicoli è possibile trovare diversi tipi di ammortizzatori, da quelli a molla, più facilmente regolabili, a quelli a doppio tubo, passando per i monotubo – montati solitamente sui camion o su altri mezzi pesanti – e per quelli con serbatoio, il cui meccanismo è regolato da aria compressa o azoto.
Essendo così importanti per stabilità e sicurezza del veicolo, gli automobilisti dovrebbero essere in grado di valutare esattamente qual è lo stato e quando sostituire gli ammortizzatori auto, che secondo gli esperti devono essere controllati nel momento del tagliando e nella fascia tra 60mila e 100.000 chilometri percorsi. Essendo un componente facilmente deteriorabile con il tempo, però, non è facile intuire una resa inferiore degli ammortizzatori e spesso gli automobilisti che guidano in maniera tranquilla non si accorgono immediatamente della necessità di sostituirli. Durante la marcia, l’ammortizzatore scarico trasmetterà più vibrazioni all’interno dell’abitacolo in presenza di un manto stradale in condizioni non perfette o di dossi particolarmente impegnativi. Nell’affrontarle curve, poi, l’automobilista si accorgerà di problemi agli ammortizzatori in caso di scarsa aderenza e di poca tenuta di strada, ma è bene controllare anche i consumi del carburante e l’eventuale allungamento della frenata. L’automobilista può testare la carica degli ammortizzatori anche da fermo, premendo con forza sul cofano all’altezza del parafango: se l’auto rimbalza una sola volta, l’ammortizzatore è in buono stato, in caso contrario è importante cambiarli perché è a rischio la sicurezza nella guida. Appurata la necessità di sostituire gli ammortizzatori, la maggior parte delle volte sarà necessario rivolgersi ai professionisti. L’operazione di sostituzione richiede infatti una discreta manualità con gli attrezzi da meccanico e una buona conoscenza dell’ammortizzatore per capirne lo stato e se è possibile riutilizzare le molle o è necessario sostituire tutto il blocco. L’opzione del meccanico professionista mette dunque al riparo da tutti gli imprevisti, ma al contempo fa “lievitare” i costi. Chi sceglie il fai-da-te per la sostituzione dell’ammortizzatore può spendere tra i 150 e i 300 euro, cifra a cui chi sceglie il meccanico dovrà aggiungere il costo della manodopera. Ad influire sul costo complessivo la difficoltà dell’operazione, nonché l’appartenenza dei veicoli alla fascia alta, visto che in questo caso potrebbero essere necessarie anche cinque ore per smontare i vecchi ammortizzatori e montare i nuovi.