Nella notte tra il 5 e 6 maggio 1998, esattamente 20 anni fa, una vasta colata di fango staccatasi dai monti circostanti travolse i comuni di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici in provincia di Avellino causando la morte di 160 persone. Nell’arco di 72 ore caddero circa 300 millimetri di pioggia; due milioni di metri cubi di fango si staccarono dalle pendici del monte Pizzo d’Alvano, investendo i centri abitati circostanti, tra cui l’ospedale di Sarno, Villa Malta. A venti anni da quel terribile giorno studiosi e istituzioni si sono ritrovati questa mattina, insieme ai rappresentanti delle principali forze
politiche, per fare il punto sullo stato dell’arte in materia di difesa del suolo e per consegnare alla politica idee e proposte per la messa in sicurezza del Paese, affinché non ci siano altre Sarno. Al centro del convegno tenutosi al Grand Hotel Salerno il tema del rischio alluvioni e frane in Italia, oltre a quello della politica di gestione e mitigazione del rischio idrogeologico perchè i drammatici eventi del 1998, paradigma di quello che viene definito ‘rischio idrogeologico’, hanno dimostrato e confermato la fragilità di un territorio, quello campano, ma in generale quello italiano, di cui non si è tenuto in considerazione nelle attività di pianificazione e nell’uso del suolo.