24 maggio 1999: il giorno del dolore che Salerno non dimenticherà mai, Immagini di dolore impresse nella memoria delle famiglie delle giovanissime vittime del rogo del treno speciale Piacenza-Salerno: due all’epoca avevano meno di 15 anni, Vincenzo Lioi e Ciro Alfieri, mentre gli altri due ragazzi, Simone Vitale (giocatore della squadra di pallanuoto Rari Nantes Salerno, e figlio del collega giornalista) e Giuseppe Diodato, avevano solo 21 e 23 anni.
Quella di oggi, a 19 anni dalla tragedia dove persero la vita 4 giovani tifosi della Salernitana, è una data che i salernitani ma non
solo, non possono dimenticare, ma che le nuove generazioni conoscono come un fatto di storia che non hanno vissuto. Ne sono un esempio i giovani studenti del Liceo Scientifico Francesco Severi di Salerno dove questa mattina si è tenuto l’incontro-dibattito ” Lo sport: quello che non ci piace” (nell’ambito del progetto “Mettiamoci in gioco”) organizzato dall’associazione “Paolo Masullo” e dall’Agas (Associazione Giovane Avvocatura Salernitana) con il patrocinio del CONI Salerno.
Un appuntamento accompagnato dalla proiezioni del filmato sulla tragedia del 24 maggio nel tentativo di far riflettere i giovani su comportamenti consapevoli e rispettosi. Dopo i saluti della dirigente Barbara Figliolia è intervenuto con una personale testimonianza, Giovanni Vitale , padre di Simone Vitale una delle vittime della strage del treno Piacenza Salerno del 24 maggio 1999, mentre il dottore Gianluca Raffone , psicologo regionale Figc, ha affrontato il tema del rapporto tra ” Sport e tifoserie”, i dottori Michele Gismondi ed i dottor Antonio Pio della Federazione “Medici sportivi italiani” e l’avvocato Diego Del Regno esperto di diritto sportivo ed arbitro di judo hanno parlato di doping.