Impegno per i lavoratori salernitani de La Doria di Angri. A chiederlo al vicepremier Luigi Di Maio, già interessato alla vertenza dello stabilimento di Acerra, sono le parti sociali del territorio. Il gruppo alimentare è impegnato in provincia con gli stabilimenti di Angri, Fisciano e Sarno e, dopo la decisione di portare la produzione di Acerra a Parma, c’è il timore che la novità possa interessare anche le maestranze del territorio salernitano. Da qui, la richiesta dei sindacati al ministro del Lavoro di guardare alla questione in modo globale, per evitare che la vertenza possa estendersi dopo l’estate. “Sono preoccupato non poco per le sorti dei lavoratori salernitani dell’azienda di Angri. Se ad Acerra i riflettori sono accesi da mesi, qui, invece, tutto tace e dal mio punto di vista non è una cosa positiva”, ha spiegato Luigi Vicinanza della Cisal provinciale. “Resta il dato di fatto dei fondi che hanno permesso di ammodernare gli stabilimenti del gruppo nel Salernitano, ma c’è il silenzio più assoluto su un’eventuale decisione di trasferire i lavoratori di Angri, Sarno e Fisciano nel caso in cui la decisione di Parma dovesse diventare definitiva”. Da qui, la decisione di appellarsi al ministro Di Maio: “Nelle scorse settimane, in un incontro pubblico, a Casal di Principe ha preso le difese degli operai spiegando che la Doria non può andare via da Acerra. Questo è quello che vogliamo anche noi nel Salernitano, ma prima di tutto vorremmo capire qual è la reale situazione occupazione nel gruppo. Stiamo parlando di un colosso nel nostro territorio, che porta avanti il Pil della nostra provincia. Ma questo non deve far sentire impunito nessun imprenditore. Le regole vanno rispettate da tutti, anche dai giganti dell’economia. Ecco perché vorremmo che Di Maio, magari compulsato dai propri attivisti locali e dai parlamentari salernitani, possa interessarsi anche alle maestranze di Angri, Sarno e Fisciano. Nessuno stabilimento deve essere chiuso, Acerra compreso, e soprattutto nessun operaio deve essere costretto a lavorare in condizioni precarie. Siamo sicuri che La Doria ha a cuore le sue attività e il benessere delle sue maestranze, ma per quest’ultimo aspetto stiamo facendo i conti con un silenzio che rende difficile portare avanti anche l’attività sindacali. Oltre gli accordi con le associazioni di categoria e i tavoli di facciata esiste la concretezza. Sarebbe bello vederla da una ditta che dovrebbe essere un esempio in tutta la Campania”.
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