E’ un incubo che si rimaterializza. E’ l’incubo della sospensione ex legge Severino, quella che non dà scampo agli amministratori pubblici colpiti da una sentenza di condanna, neanche definitiva. E’ una tagliola che è ancora lì nonostante i tentativi, molteplici, operati in Parlamento di neutralizzarla se non proprio di abolirla. Vincenzo De Luca, a distanza di tre anni, quando proprio la Severino rischiò di azzopparlo non appena messo piede a Palazzo Santa Lucia, ora è di nuovo in fibrillazione, perchè l’ipotesi di uno stop in caso di una condanna dei giudici di Salerno per la vicenda del Crescent è particolarmente accreditata in queste ore. Dipenderà dall’esito del processo la cui sentenza è prevista per settembre. Il Governatore e il suo entourage per il momento neanche prendono in considerazione l’ipotesi di una condanna in primo grado (la Procura ha chiesto 2 anni e dieci mesi) che, immediatamente metterebbe in azione la tagliola, ed anche per questa ragione, a differenza dei precedenti processi che lo avevano posto sul banco degli imputati, De Luca ha deciso di presentarsi al cospetto dei giudici per raccontare la sua versione dei fatti. Ad avvalorare il coraggio e la determinazione del Governatore la riunione della maggioranza tenuta prima del consiglio regionale della scorsa settimana, riunione che è servita a De Luca – proprio in previsione della sua presenza in tribunale in qualità di imputato nel processo Crescent – per rassicurare i suoi ma anche per fare un passo in avanti avendo già chiarito un concetto. “Sono già in campagna elettorale e sono candidato per la prossima consiliatura”, ha detto forte e chiaro De Luca ai suoi uomini. Messaggio forte e chiaro rivolto a tutti: amici e nemici, alleati e competitor.