Più che una telenovela è una saga che si arricchisce quotidianamente di nuovi colpi di scena. Nel mentre impazza il dibattitto sulla delocalizzazione delle Fonderie, con il fronte del “si” che si allarga a macchia d’olio e i “contrari” barricati su posizioni di retroguardia, emergono importanti novità sul fronte delle indagini che interessano la storia dello stabilimento di Fratte. Secondo i sostituti procuratori.
Roberto Penna e Silvio Marco Guarriello della procura di Salerno non c’è nesso di causalità tra i casi di tumore registrati nella zona di Fratte e i fumi emessi dall’impianto, non c’è la prova insomma che i casi tumorali portati all’esame della procura dal Comitato Salute e Vita siano collegati alle emissioni delle fonderie. Le indagini sulle morti sospette avvenute negli ultimi anno a Fratte e nelle frazioni collinari e attribuite al presunto inquinamento si sono chiuse ieri con una richiesta di archiviazione. A sollevare il caso con un esposto in Procura furono alcuni attivisti del Comitato Salute e Vita che depositarono in procura un lungo elenco di “morti sospette”: ben 215. Morti provocate da patologie tumorali che i firmatari addebitavano ai fumi e alle polveri che la fabbrica espelle nell’aria. Le indagini condotte dai Noe dell’arma dei carabinieri hanno prodotto un ricco faldone esaminato dai PM che dopo una minuziosa e attenta verifica hanno deciso per l’archiviazione non avendo riscontrato un certo ed inconfutabile nesso di causalità tra i fumi e le morti per tumore.