ESPLOSIONE A LIDO LAGO, INDAGINI IN CORSO

C’è ancora il cartello con il numero di telefono da contattare per affittare l’appartamento, ma non c’è più l’abitazione la casa vacanza, bruciata insieme al sogno della famiglia di Maria Grazia Renis, 36 anni, il figlio Alex Castellano, di 17 anni ed il nonno Achille Renis,61 di trascorrere un sereno periodo di vacanze a Lido Lago, nel comune di Battipaglia. Qui con 500 euro mensili tutti possono permettersi di fare una vacanza sul mare a pochi passi dalla sabbia , dorata l’acqua seppur non cristallina è un miraggio per chi è abituato ai paesaggi e alle temperature di Rudiano, il piccolo centro in provincia di Brescia dal quale erano partito, il primo agosto, in direzione sud come i tanti vacanzieri del Nord , il nucleo familiare che oggi combatte tra la vita e la morte all’ospedale Cardarelli di Napoli nel Centro grandi ustioni. I carabinieri di Battipaglia guidati dal maggiore Giuseppe costa non hanno dubbi sulle cause dell’esplosione che ha devastato l’appartamento. Una fuga di gas dalla bombola di gpl utilizzata per alimentare la cucina ha impregnato il locale e l’istinto nella notte di accendere la luce per capire cosa stesse accadendo ha fatto tutto il resto. Ora l’appartemento che ha subito molti danni è stato dichiarato inagibile ed è stato posto sotto sequetro, mentre gli altri inquilini già nella mattinata di ieri hanno fatto rientro nelle abitazioni. Le indagini stanno scavando anche nel buco degli affitti in nero. Qua nessuno sigla un contratto per fittare una casa. Ma su questo aspetto gli inquirenti non si sbottonano. Ci sono indagini in corso. Dal momento in cui si entra in casa gli affittuari hanno 48 ore di tempo per registrare il contratto di fitto ed ancora non è chiaro se la famiglia bresciana ne aveva uno. Quello che appare chiaro anche dalle immagini è che la palazzina non versava in buone condizioni. Intonaci a pezzi, cornicioni sbriciolati e caldaie arrugginite non testimoniano una grande cura ed attenzione per la sicurezza dell’edificio.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro