Sarebbe coinvolta anche una municipalizzata del gas del Comune di Salerno nel terremoto giudiziario che ha riguardato la Conscoop, il consorzio di cooperative che rappresenta un colosso per l’economia locale e nazionale, con circa 120 affiliate e un fatturato che nel 2017 ha toccato quota 146 milioni di euro.
Corruzione, estorsione aggravata e continuata, turbativa d’asta negli appalti, false comunicazioni al pm sono questi i reati di cui dovranno rispondere tre persone arrestate e cinque indagati. L’operazione eseguita dai Carbinieri nell’ambito di un giro di tangenti della progettazione per lavori di metanizzazione ha interessato le province di Forlì-Roma e Salerno.
In manette è finito Mauro Pasolini, presidente del gruppo Conscoop, il Consorzio di cooperative di produzione e lavoro con sede a Forlì , Flavio Aldini, ex funzionario tecnico della società, ora al lavoro per una municipalizzata di Salerno, già vicepresidente di Assogas, già vicepresidente della Mediterranea srl di Salerno, società concessionaria del servizio di distribuzione del metano, più un funzionario del ministero dello sviluppo economico, a Roma. Un blitz diventato operativo con un’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Monica Galassi, che ha accolto la richiesta della procura, che da mesi ha messo sotto inchiesta il gigante delle coop forlivesi per ipotesi di reato commesse tra Forlì, Roma e Salerno, dove sarebbe coinvolta una municipalizzata del gas.
Nella giornata di ieri, a conclusione di una complessa e articolata attività di indagine, coordinata e diretta dai Sostituti Procuratori di Forlì Dott.ssa Francesca Rago e Dott.ssa Lucia Spirito, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Forlì-Cesena hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Forlì, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 3 indagati.
La richiesta di misura cautelare formulata dalla Procura della Repubblica di Forlì si fonda sulle risultanze acquisite all’esito delle attività investigative svolte direttamente dai Pubblici Ministeri assieme ai Carabinieri del R.O.N.I. del Comando Provinciale di Forlì-Cesena ed al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Milano; in particolare, sono state svolte attività di intercettazione telefonica ed ambientale, di escussione di numerose persone informate sui fatti, perquisizioni e accertamenti bancari.
Uno degli arrestati è destinatario della misura della custodia cautelare in carcere, mentre i restanti due sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Sono stati inoltre notificati 5 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti soggetti.
I coinvolti sono ritenuti responsabili, a vario titolo di concorso in “estorsione” continuata e aggravata, “corruzione per l’esercizio della funzione”, “turbata libertà degli incanti”, “favoreggiamento personale” e “false informazioni al pubblico ministero”.
Le persone raggiunte dalla misura cautelare sono: il Presidente e un ex dirigente del consorzio di cooperative “CONSCOOP” con sede in Forlì, e un ingegnere, funzionario tecnico del Ministero dello Sviluppo Economico, membro dell’ufficio ministeriale responsabile della metanizzazione del Mezzogiorno. Insieme ai predetti, risulta coinvolta anche l’attuale dirigente amministrativa del Consorzio CONSCOOP, destinataria di un avviso di garanzia.
L’indagine in argomento è stata condotta da gennaio 2017 a luglio 2018 e ha riguardato, in particolare, un appalto vinto da una società consorziata alla CONSCOOP che, nel 2009, si era aggiudicata la gara per la costruzione e gestione del sistema di metanizzazione nel Comune di Terzigno (NA), finanziato con fondi statali, per un importo originario di circa 4 milioni di euro.
Nel corso dell’attività investigativa è emerso come i vertici di CONSCOOP avessero avviato un sistema di pressione su alcuni dei professionisti che collaboravano con società controllate dal consorzio stesso per la progettazione e realizzazione dei propri progetti, secondo il quale i tecnici, per poter ottenere successivi incarichi dalla società o per vedere sbloccati i pagamenti di prestazioni già fornite, erano ripetutamente costretti a consegnare ai capi del consorzio forlivese somme di denaro, pari ad alcune migliaia di euro ogni volta.
Le verifiche svolte hanno permesso di accertare che un ingegnere progettista abbia dovuto consegnare nell’arco di 5 anni, una somma complessiva di circa 200mila euro.
Non solo, l’indagine ha permesso di stabilire come una parte di tali somme venisse utilizzata dai vertici di CONSCOOP per pagare tangenti al citato funzionario ministeriale, responsabile dell’attuazione del Programma di metanizzazione del Mezzogiorno, per ottenere la proroga del termine per il completamento dei lavori relativi al metanodotto del Comune di Terzigno.
È da rilevare come la costruzione del sistema di metanizzazione del Comune di Terzigno, appaltata alla CONSCOOP era, nei mesi scorsi, ancora non terminata.
Gli ulteriori 4 soggetti indagati, destinatari anch’essi di un avviso di garanzia, sono: un professionista esterno, consulente CONSCOOP, un secondo professionista con studio a Roma, nonché i vertici di una società municipalizzata del Comune di Salerno, che gestisce la distribuzione di gas metano.
Costoro risultano indagati nell’ambito di un secondo filone di indagine, relativo a un appalto indetto a Salerno nel 2015, da parte di una società partecipata di quel Comune, che distribuisce il metano in quel capoluogo e in diversi altri comuni campani e lucani. Il bando di gara era stato indetto per permettere alla municipalizzata di individuare un partner industriale al fine di irrobustire la compagine societaria e poter successivamente allargare il proprio mercato, conquistando territori ove distribuire gas metano.
Questa tranche dell’indagine ha permesso di stabilire come il bando del 2015 indetto dalla municipalizzata salernitana, poi aggiudicato da una società controllata da CONSCOOP, sia stato attagliato a misura di quest’ultima società – con la consulenza del professionista romano – attraverso la formazione di un bando di gara ad hoc, configurando il reato di turbativa d’asta.
Nel corso della fase esecutiva dell’operazione, condotta tra le province di Forlì, Roma e Salerno, con l’impiego di circa cinquanta militari dell’Arma, del Comando Provinciale di Forlì-Cesena, in collaborazione con i Reparti competenti per territorio, sono state perquisite le abitazioni dei soggetti interessati, la sede della CONSCOOP e l’ufficio del funzionario ministeriale, acquisendo documentazione e materiale che dovrà essere vagliato dagli inquirenti.
L’arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Forlì, mentre gli altri due destinatari della misura cautelare sono stati portati presso i rispettivi domicili, in attesa degli interrogatori di garanzia.