L’elemento di novità sta nella natura dello scioglimento del vincolo contrattuale, non esonero bensì dimissioni, probabilmente indotte, ma pur sempre dimissioni ma nella sostanza cambia poco perchè anche quest’anno, nella stagione che tutti immaginavano e volevano del riscatto, la Salernitana è costretta a cambiare guida tecnica. E così dopo una notte di riflessione Colantuono ha gettato la spugna, ha comunicato al club l’intenzione di mollare tutto e lasciare Salerno, la Salernitana, Lotito, Mezzaroma e Fabiani. Quanto abbia inciso l’involuzione della squadra e la conseguente crisi di risultati e quanto la prospettiva di dover preparare una partita importantissima come quella di domenica contro il Foggia in un contesto così poco adeguato
come San Gregorio Magno questo non lo si saprà mai, resterà per sempre uno dei tanti gialli irrisolti dell’ormai centenaria storia del club granata. Punto e a capo, come puntualmente avviene da quattro anni a questa parte, l’ultimo eroe, ad aver tenuto salda la panchina dalla prima all’ultima partita resta il serafico Leonardo Menichini che pure, però, era subentrato prendendo il posto del dimissionario Mario Somma alla vigilia dell’esordio in campionato. Dopo Menichini il caos totale, tecnici e organici rivoluzionati ogni sei mesi, una giostra impazzita, un frullatore. Ancora una volta, dunque, la Salernitana è costretta ad ammettere un errore in fase di progettazione della stagione, ancora una volta il piano tecnico studiato a tavolino a giugno non varca i confini del generale inverno perchè, come è normale che sia, dopo il cambio dell’allenatore ci sarà da cambiare qualcosa, abbastanza, nell’organico, a gennaio durante il mercato di riparazione. Timing perfetto, tempi rispettati perchè siamo praticamente alla vigilia della riapertura della sessione invernale della campagna acquisti-cessioni. Una domanda sorge spontanea, una domanda (multipla) che probabilmente dovrebbero porsi prima di tutto e di tutti i patron Lotito e Mezzaroma coloro che assumono sulle proprie spalle il fardello economico della gestione del club. Ma è mai possibile – dovrebbero chiedersi – sbagliare sempre qualcosa nella scelta degli uomini? E’ mai possibile dover sempre e comunque cambiare due allenatori a stagione e movimentare qualcosa come 20/25 giocatori tra entrate ed uscite ad ogni sessione di mercato? E’ mai possibile sostenere un budget tra i più importanti in categoria per poi non produrre mai uno straccio di risultato ed essere sempre costretti a ripartire da zero? Domande che in queste ore, diciamo anche in questi anni, si stanno ponendo in tanti senza mai trovare una risposta anche perchè chi dovrebbe rispondere, in nome e per conto del club, è lui stesso responsabile delle scelte.