Le analisi ed i calcoli utilizzati a supporto del progetto di revisione decennale del Piano Urbanistico Comunale, rendono la proposta (approvata dalla Giunta Comunale il 13 dicembre 2018) assolutamente paradossale e per alcuni aspetti anche illegittima!
Un’attenta lettura delle carte prodotte per il nuovo “strumento urbanistico” conferma l’ulteriore “consumo” ingiustificato del territorio. Se non si cambia radicalmente “percorso”, aggiungeremo danni a quelli già prodotti, e sarà difficile ripararli!
Le costruzioni cresceranno, senza che i nuovi quartieri siano attrezzati con “reti e servizi” adeguati. Il Comune ha acquisito in questi anni 400.000 mq. di aree destinate a standard (aree di compensazione), e non ha le risorse finanziarie per realizzarli.
Il nuovo PUC individua gli interventi e gli impegni finanziari più rilevanti che l’Ente Locale e gli imprenditori privati promuoveranno e realizzeranno nei prossimi anni. Troppe sono le perplessità!
– La prima questione: dieci anni fa si decise di costruire case nuove per ospitare 30.000 persone. In presenza di un decremento costante della popolazione negli anni (meno 20.000 abitanti = 70% delle previsioni di crescita), si propone una minima riduzione delle aree edificabili (appena il 15%). Tale riduzione comunque, sarà compensata (così recitano gli indirizzi di programmazione) dagli interventi di “cambio di destinazione d’uso ed ampliamento dei volumi” nel centro antico e nella città degli anni ’60. Ancora, le zone agricole saranno “terra di conquista” dei costruttori, perché chiunque chiederà di realizzarvi impianti sportivi, cliniche o strutture ricettive private, avrà risposta positiva dal Comune.
– Seconda questione: il 60% delle nuove case costruite in questi anni è rimasto invenduto. Sono state realizzate solo “case private” e poco o nulla si è prodotto nel settore dell’edilizia pubblica (case popolari e cooperative).
– Terza questione: il progetto di revisione del PUC ha totalmente ignorato sia il censimento delle case sfitte e/o in vendita del patrimonio antico e storico esistente (si stimano 5.000 abitazioni vuote), sia i volumi residenziali (centinaia di alloggi) costruiti ai sensi della legge regionale 19/2009 il cosiddetto “piano-casa”. Il “piano-casa”, che ha consentito di costruire abitazioni, oltre le previsioni del PUC, in sostituzione di vecchi ruderi o capannoni abbandonati!
E’ necessaria la massima informazione e la mobilitazione di tutti i cittadini che hanno “a cuore” le sorti del territorio. Non possiamo consentire che si consumino le ultime “risorse disponibili”, compromettendo irreparabilmente una “ sana crescita economica” della nostra città.
Una rinnovata programmazione urbanistica potrebbe essere strumento prezioso per aumentare la sostenibilità, la vivibilità del territorio, per costruire nuove occasioni di lavoro stabile e dignitoso per i nostri giovani. Non sprechiamo quest’occasione!