La Salernitana sbanca Palermo. Al Barbera la squadra granata è favorita anche dallo stellone, ma la vittoria è strameritata. E’ vero che nel finale il Palermo si è buttato scriteriatamente in attacco, caricando a testa bassa e perdendo distanze e lucidità, ma è pur vero che la Salernitana è stata cinica, viva, lucida, e non si è mai accontentata del pareggio neanche quando, dopo l’uscita di Akpa, per il quale gli esami strumentali hanno scongiurato lesioni ossee, ha dovuto fare i conti con gli acciacchi di Andrè Anderson e Di Tacchio, costretti a restare in campo perchè Gregucci aveva esaurito i cambi. L’ultimo è stato quello decisivo: disfatte le valigie, almeno così pare, Tiago Casasola è entrato in campo al posto di Djavan Anderson, a cui ha dato una dimostrazione di come la tecnica da sola non basti. Ci vuole cattiveria, quella che l’argentino dai piedi non certo fatati ha messo in quel destro a pelo d’erba che ha trafitto Brignoli, il portiere passato alla storia per un gol al Milan. Una vittoria, la prima stagionale in trasferta, attesa da dieci mesi ed anche quella volta, ad Ascoli, c’era lo zampino di Casasola, giunto al quarto gol in campionato, appena uno in meno del capocannoniere granata, Bocalon, tenuto in panca per tutta la partita da Gregucci che ha scelto la formula con Jallow unica punta, rilevato nel finale da Djuric. Il talento di Andrè Anderson, autore del pareggio, la serenità di Migliorini nel comandare la difesa, la generosità di Akpa nel rincorrere palloni ed avversari, la voglia di vincere di Di Tacchio, capace di avviare il contropiede decisivo nel recupero dopo l’ennesima partita di sacrificio e copertura, ma anche la corsa a pugni alzati di Gregucci che ha cercato con gli occhi tutti quelli che erano in panchina, lanciando un messaggio preciso: è stata la vittoria di tutta la squadra, un mix di sagacia e capacità di cogliere l’occasione ma anche di sapersi adattare tatticamente e non solo al momento. La Salernitana torna corsara, lo fa in casa della capolista ed ora non può più nascondersi. Il successo di ieri non deve restare isolato, ma merita un seguito. Gregucci sta trovando una quadratura tattica, ma è innegabile che qualche innesto dal mercato sia indispensabile per agevolarne il lavoro. Dalla Croazia è in arrivo il mancino albanese Memolla, ma, dopo Minala, visto che Palumbo ed Odjer sono in partenza, e Castiglia fatica a calarsi nel centrocampo a due, senza dimenticare che D Gennaro resta ancora ai box, un altro innesto non guasterebbe. Bianco del Perugia è un nome forte, ma potrebbe spuntare una pista estera. In attacco, poi, Jallow da prima punta può rendere di più ma non è un cecchino infallibile e, dunque, uno in grado di buttarla dentro con percentuali più alte farebbe comodo. Rilanciatasi a Palermo, ora la Salernitana deve rilanciare sul mercato perchè sarebbe un peccato non farsi trovare pronti a primavera che non dovrà essere la stagione dei rimpianti ma dei sogni da tramutare in realtà. Lotito e Mezzaroma sanno come si vince, basta solo volerlo.
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