Piove sul bagnato, le sconfitte si susseguono a ritmo vertiginoso, l’Arechi è ormai terra di conquista, la sfiducia dentro e fuori dal campo dilagante, il “progetto tecnico” confezionato in estate già in frantumi e tutto, nelle stanze del potere, rimane così com’è…. Stiamo assistendo all’ennesimo, identico, patatrac sportivo – una costante degli ultimi quattro campionati, aggravato dalla circostanza che questa che stiamo vivendo doveva essere nelle promesse e nelle premesse una stagione diversa perchè la centesima della storia granata – e nulla incredibilmente cambia! E se un campionato può anche andar male (ci sta), è a dir poco sospetta la circostanza che alla Salernitana, da quando ha rimesso piede in cadetteria, vada sempre male. Qualche domanda qualcuno dovrebbe pure cominciare a porsela piuttosto che cercare sempre all’esterno colpevoli e responsabili del flop! Lasciando agli statistici il calcolo numerico è assai singolare – per usare un eufemismo – che il club granata riesca a mantenere sempre lo stesso mediocre rendimento da quattro anni in qua. Da Torrente – primo allenatore in cadetteria dell’epopea Lotito Mezzaroma – a Gregucci, passando per tutti gli altri occupanti la panchina granata, non si è mai riusciti a dare una parvenza di gioco, una costanza di rendimento alla squadra. Possibile? Si sono avvicendati allenatori, si sono susseguiti decine di calciatori, ma niente è mai cambiato, tutto è andato sempre allo stesso modo…. E questo è un dato, non certamente un’opinione. Bene, una proprietà attenta, non necessariamente tifosa ma quantomeno attenta al proprio investimento (che si sostiene essere milionario), qualche domanda a questo punto pure dovrebbe farsela. Perchè il trend della Salernitana è sempre lo stesso? Perchè cambiando in media due allenatori a stagione e decine di giocatori non si riesce mai a far bene? Cosa invece, in questi anni, non è mai cambiato? Chi ha avuto la sempre responsabilità di un progetto sportivo che a questo punto è da considerare senza ombra di dubbio fallimentare? Domande semplici, banali, scontate che la Proprietà non pare stia e si stia ponendo. Delle due l’una. Prendendo in considerazione tutto, incolpando tutti ma non mettendo mai in discussione l’operato del direttore Fabiani, l’unica costante di queste quattro fallimentari stagioni, o ai signori Lotito e Mezzaroma questa situazione va di lusso, nel senso che rispecchia fedelmente il loro progetto e allora sono prive di fondamento tutte le promesse che precedono ogni inizio di campionato, oppure siamo di fronte a degli sprovveduti, prigionieri di chissà quale infernale progetto. “Tertium non datur” caro Lotito, terza soluzione non c’è, o per meglio dire ci sarebbe ma è da considerare altamente improbabile: le dimissioni dall’incarico del signor Angelo Mariano Fabiani.
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