Il tanto abusato e inflazionato “divide et impera” stavolta rischia di essere un’arma a doppio taglio per chi – quell’arma – l’ha impugnata da sempre in maniera chirurgica. La tifoseria è avvilita, l’ambiente demotivato, la piazza delusa, la curva anche di più. A tal punto che si meditano prese di posizione forti. Forse anche ufficiali, a suon di comunicati. Il cammino altalenate della Salernitana, il suo campionato fin qui a dir poco anonimo non hanno fatto altro che alimentare lo scoramento da parte di tutti. Le preoccupazioni delle istituzioni, in primis da parte del governatore della Campania Vincenzo De Luca; le dichiarazioni della proprietà e la replica secca di Lotito hanno fatto il resto. Quasi come a soffiare sul fuoco.
Il ritiro punitivo di San Gregorio Magno non può essere certo la panacea dei mali della Salernitana. L’augurio naturalmente è che serva almeno per produrre una reazione sul campo – nella fattispecie al Picchi di Livorno sabato prossimo – per riscattare le due sconfitte di fila in campionato e tenere a debita distanza almeno la zona che scotta.
Ma la Salernitana, è giusto ricordarlo, era partita con ben altri obiettivi. La famosa asticella tanto abusata ed altrettanto poco effettivamente… “alzata”, il dire non dire della proprietà circa il traguardo da raggiungere (di Lotito in particolare, che invece a Roma, con la Lazio, parla senza mezzi termini di traguardo Champions per le aquile) avevano comunque stuzzicato il cuore pulsante dei tifosi, nell’anno del centenario. A nove giornate dal termine però, con già un ribaltone tecnico alle spalle, la Salernitana appare come la solita incompiuta. Una costante oramai da quattro anni a questa parte. Da quando i granata sono in B, tanto per intenderci. Parliamo di numeri, non di congetture. La classifica del resto parla chiaro. Il cammino dei granata è stato altalenante, il mercato di riparazione desolante, il tutto con buona pace dell’ambiente. Il risultato? O meglio, i risultati dicono che adesso anche la panchina di Gregucci ha cominciato a traballare pericolosamente ed il tecnico si ritroverebbe a rischio esonero laddove non dovesse fare risultato a Livorno (al netto delle sue responsabilità l’allenatore sarebbe l’ennesimo agnello sacrificale dato in pasto all’opinione pubblica ndA). Che la torcida granata minaccia prese di posizione forti, molti club hanno già deciso e comunicato di disertare la trasferta in Toscana, altri stanno maturando l’idea di fare altrettanto pure all’Arechi come segno di protesta. Ed altri ancora che avevano immaginato di fare un altro blitz a San Gregorio Magno dove la squadra è in ritiro. Fin qui le prese di posizione, condivisibili o meno, ufficiali o ufficiose, della tifoseria. Il tutto mentre società e dirigenza restano silenti. Ma a chi giova questo stato di cose? La domanda sorge spontanea: cui prodest?