Ha fatto molto scalpore la notizia di qualche giorno fa in merito alle monete virtuali. Pare infatti che la società della Coinbase, con una valutazione di circa 8 miliardi di dollari si sia interessata all’operato di una startup italiana. Si tratta di Neutrino, che opera nel mondo del digitale e che pare abbia venduto proprio a Coinbase la propria tecnologia, fondata sulla blockchain.
Blockchain italiana nelle mani di un magnate internazionale di monete digitali?
Le novità dunque sono ben allettanti per la start-up di Milano. Sita all’interno del coworking di Copernico, che di solito nulla ha a che vedere con i pettegolezzi del mondo dell’economia, la Neutrino si occupa di blockchain, grazie al lavoro delle menti brillanti di Marco Valleri e Giancarlo Russo (37 anni) i quali hanno fondato la società nel 2016.
La tecnologia messa a punto è venuta fuori dopo un lavoro costante e attento che ha visto individuare le reti blockchain e le transazioni dei ‘token’ (i beni digitali che vengono scambiati con la catena di blocchi) ricavandone informazioni molto più elaborate.
Se dunque è stato posto in essere un sistema che si appresta ad essere molto più sicuro per la blockchain, non si poteva non destare l’interesse del colosso di San Francisco Coinbase (che forse un anno fa o più ha stanziato dei fondi atti all’acquisto di startup del settore). Il motivo è semplice: aumenta il rischio di furti e di conseguenza aumenta il bisogno di una rete sicura.
Da Neutrino sono stati in grado di individuare anche tutti i movimenti che avvengono all’interno della Darknet, la zona di Internet non indicizzata dai motori di ricerca.
Un miglioramento della blockchain
Sicuramente chi si occupa di monete virtuali sa bene che la blockchain, contrariamente a quanto si voglia far credere all’interno dell’economia digitale non è una tecnologia altamente sicura.
I più alti informatici e hacker hanno infatti imparato a raggirare il meccanismo del 51% dei nodi. Non bisogna infatti dimenticare, in tal senso, quel famigerato caso di furto di criptovalute su blockchain che si è avuto qualche mese fa. Se dunque lo studio sulla tecnologia dei blocchi ha portato alla individuazione di un modo che possa proteggere le monete digitali da possibili hackeraggi, è normale che un colosso come Coinbase abbia voluto accalappiarsi tutte la novità per proteggere le proprie banche dati.
All’indomani dello sviluppo di questa tecnologia, e del fatto che si appresta ad essere il futuro dell’economia internazionale, non resta altro da fare che braccarsi nella totale sicurezza, visto che oggi le reti virtuali protettive sono facilmente aggirabili per gli esperti hacker.
Il lavoro di Neutrino
Sulla base di questa flebile sicurezza, da Neutrino hanno lavorato per far fronte al problema. E oggi pare che ci sia riuscita compiendo la più importante operazione di exit nel campo della sicurezza informatica fatta in Italia.
I fondatori e gli otto dipendenti dovranno infatti spostarsi a Londra, nella sede in Gran Bretagna di Coinbase. Sicuramente sarà questo un gran bel trampolino di lancio per la società, che aveva proprio bisogno di decollare, come del resto hanno fatto già tante altre startup made in Italy.
A conclusione dunque di quanto effettuato all’interno della società, appare evidente che trattasi di qualcosa che fa di questa ‘exit’ un buon fiore all’occhiello per la start-up e d’ora in poi anche per Coinbase. Orgoglio massimo dunque per l’Italia che appare sempre indietro anni luce rispetto al resto delle nazioni, ma che invece vanta menti geniali che nulla hanno da invidiare a colleghi provenienti da altri paesi. Soprattutto in campo economico digitale, le imprese, piccole grandi che siano, sono in grado di fare la differenza per un miglioramento negli strumenti del futuro.