Otto giorni alla gara col Venezia che ha assunto, dopo le tre sconfitte di fila incassate a marzo, fondamentale importanza per chiudere il discorso salvezza. La Salernitana sarà priva dello squalificato Jallow mentre Calaiò proverà a bruciare le tappe per essere a disposizione dopo il contrattempo muscolare accusato a Livorno. Al match con i lagunari non si può certo dire che la Salernitana arrivi col vento in poppa, anzi l’unico vento che soffierà sarà quello della contestazione. Da giorni, infatti, la parte più calda ed accesa del tifo granata ha annunciato la diserzione e così, sabato prossimo, la squadra di Gregucci giocherà davanti a pochi intimi in un Arechi più simile ad un acquario che a quel catino ribollente di tifo e passione che, in passato, era davvero il classico dodicesimo in campo. Toccherà a Gregucci ed ai suoi uomini fare il passo decisivo per conquistare punti pesanti per la classifica e per provare a riconquistare i tifosi, delusi dall’atteggiamento della proprietà e dal rendimento della squadra. Da un lato, ora serve quanto meno blindare la salvezza, evitando altri scivoloni che riaprirebbero clamorosamente il discorso, dall’altro, poi, bisognerà capire come e con quali tempi la proprietà intenderà dare una risposta concreta ad una piazza che ha sempre e comunque dato fiducia, anche a scatola chiusa, e che in questa stagione in modo particolare meritava di essere ripagata con ben altra moneta. Abbandonati i sogni di playoff, anche se l’aritmetica lascerebbe più di uno spiraglio, c’è da concentrarsi sull’obiettivo minimo, quella salvezza che pare essere l’unico traguardo a cui ogni anno la società miri. Gregucci dovrà trovare un assetto razionale e funzionale per far sì che si ritrovi un equilibrio mai fino in fondo acquisito: la Salernitana, infatti, subisce troppi gol e fa fatica, di contro, a pungere. Urge una inversione di rotta, almeno per arrivare in porto senza danni in una stagione che ha riservato amarezze e delusioni anche maggiori rispetto a quelle passate. Pareva difficile, ma la Salernitana, intesa nel suo insieme, ci è riuscita, mortificando la passione e svuotando l’Arechi.
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