Si va avanti con Gregucci, almeno così pare. Quasi per inerzia, come se non fosse in grado di assumere decisioni, la Salernitana dà l’impressione ancora una volta di subire gli eventi, come se la salvezza fosse un fatto inevitabile e non qualcosa da dover ancora conquistare, come se il fatto che manchino solo sei partite al termine di questo scellerato campionato giustificasse la rinuncia a sondare altri allenatori. Non che Gregucci dovesse essere per forza esonerato, ma dalla proprietà ci si aspettava un segnale forte in un senso o nell’altro che, invece, al momento non c’è stato e chissà se ci sarà. Dopo la quarta sconfitta nelle ultime cinque giornate, infatti, dalla proprietà ci si sarebbe aspettato quanto meno una esternazione pubblica, una presa di posizione ufficiale. La Salernitana è in crisi, il suo allenatore appare in difficoltà e, dunque, squadra e tecnico avrebbero bisogno della presenza al loro fianco della proprietà. In passato, ai tempi della serie D, ed nei campionati di Lega Pro, spesso i due patron trovarono modo e tempo per star vicino alla squadra in alcuni momenti particolarmente importanti. E questo momento non è tanto diverso da quelli vissuti in passato. La Salernitana è in crisi di risultati da tempo, non ha mai avuto una precisa identità tattica, non è stata rinforzata durante il mercato di gennaio ed ha perso anche l’appoggio dei suoi tifosi, rimasti fuori dall’Arechi contro il Venezia, e quindi c’erano e ci sono tutti i presupposti perchè riceva un segnale di presenza e vicinanza dalla proprietà che, invece, resta distante, convinta di aver fatto in pieno la sua parte per vivere una stagione da protagonisti. Così non è stato ed ora bisogna quanto meno arrivare in fondo senza danni. Per questo, sarebbe opportuno dare un segnale forte e chiaro. Salerno, nell’anno del Centenario, non chiedeva la promozione ma quanto meno la possibilità di divertirsi ed essere orgogliosa della sua squadra. Così non è stato ed ora bisogna pensare alla salvezza da raggiungere con una squadra che non vince da troppo tempo e che aveva bisogno di una scossa. Quella tecnica non c’è stata e pare non ci sarà ed allora ancor di più tocca a Lotito e Mezzaroma toccare le corde giuste.
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