Condannato a un anno e nove mesi di reclusione oltre al risarcimento di mille euro per ciascuna delle 12 associazioni costituitesi parte civile e al pagamento di 1.050 euro per le spese legali. È il contenuto del dispositivo della sentenza del giudice della seconda sezione penale del tribunale di Salerno che riconosce colpevole dei reati di uccisione e maltrattamenti di animali Antonio Fuoco, il sessantenne che nel febbraio di due anni fa, nella zona orientale di Salerno, prese a calci, finché non è morta, la sua cagnolina meticcia, Chicca.
Al termine della lettura della sentenza questo il commento dell’OIPA – Organizzazione Internazionale Protezione Animali:
“Ha preso a calci Chicca, la cagnolina di 6 mesi della sua compagna, fino a lasciarla esanime sul marciapiede in un lago di sangue, ormai senza vita. Il motivo? Perché “faceva pipì in casa”. Un video l’ha inchiodato e dopo l’identificazione, Antonio Fuoco è stato denunciato dall’OIPA e da altre associazioni animaliste per uccisione di animale. Oggi, a distanza di due anni, è arrivata la condanna in primo grado a un anno e nove mesi di reclusione, risarcimento delle spese legali e di mille euro per ogni parte civile.
Nonostante la pena sia lieve in confronto al gesto commesso e sia necessario aspettare gli altri gradi di giudizio perché sia definitiva, si tratta di un primo importante risultato per affermare che gli animali non sono oggetti dei quali si può disporre a proprio piacimento.
“È importante mantenere alta l’attenzione su casi atroci come quello di Chicca affinché rappresentino precedenti giuridici che indichino la strada verso un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali – sottolinea Claudia Taccani, responsabile Sportello Legale OIPA Italia Onlus – Dopo la drammatica uccisione abbiamo chiesto al sindaco un’ordinanza che vietasse ad A.F. di detenete animali, richiesta rimasta ad oggi inascoltata. Alla luce di questa condanna provvederemo a inoltrarla nuovamente affinché anche il Comune sia un segnale forte”.